MIlan e Inter: sempre più Cina sui cieli di Milano

by Paolo Baratto
C'è un Dragone che aleggia nel cielo della città della Madunina. Un destino comune sembra infatti prospettarsi per due realtà storiche del calcio italico, Milan ed Inter: il futuro delle 'cugine' - nobili decadute desiderose di rivivere gli antichi splendori - potrebbe parlare presto in asiatico, grazie ad investitori pronti ad investire capitali freschi e gettare le basi per la rivoluzione di una Serie A fino ad oggi incapace - Juventus a parte - di competere con i budget delle big pigliatutto sul palcoscenico europeo. 
Segnale, impietoso, dei tempi che cambiano e dello cambio degli equilibri economici: una volta le nostre squadre di punta organizzavano tournée estive in Oriente per allargare il bacino di utenza e rimpinguare le casse, oggi i magnati cinesi sbarcano direttamente in Italia per trattare l'acquisto delle quote di maggioranza. 
Il caso Milan, ovviamente, è quello che fa più rumore. Il club rossonero potrebbe passare molto presto sotto il controllo di un consorzio cinese. Calerebbe così il sipario sulla lunghissima era Berlusconi: l'ultima parola, ovviamente, spetta al patron rossonero, che fino ad adesso è riuscito a resistere alla tentazione di cedere la creatura Milan amorevolmente tenuta per oltre trent'anni. Una questione di cuore che però - per necessità di cassa e sulla spinta della famiglia che non ritiene più il calcio un settore strategico del gruppo - dovrà cedere il passo alle ragioni del portafoglio, ormai imprescindibili dalle logiche del calcio al tempo degli sceicchi. Tramontata - così sembra - la fumosa, contorta e per certi versi misteriosa trattativa con l'imprenditore thailandese Bee Taechaubol, il Milan stavolta sembra destinato alla svolta - auspicata dai tifosi stremati dai flop sul campo - aprendosi alla
'nuova frontiera' cinese.
Se le cifre sembrano ormai delineate (650-700 milioni per il 70% delle quote subito e il 30% entro un anno) al momento non è ancora chiara l'identità del possibile acquirente al centro della trattativa gestita dall'advisor americano Galatioto con la sua Gsp. Si parla di una cordata guidata da Jack Ma, l'uomo dietro il colosso Alibaba, l'eBay cinese, comproprietario del Guangzhou Evergrande già allenato da Marcello Lippi; e di una con a capo il tycoon Robin Li, sesto uomo più ricco della Cina, 're' di internet - ha inventato il motore di ricerca Badu - e del settore energetico. Ma all'orizzonte resiste la figura di Li Ka Shing, numero uno di Hutchison Whampoa, gruppo leader nelle telecomunicazioni. Se ne saprà di più nelle prossime ore, beninteso nel caso venissero confermate le indiscrezioni secondo cui la firma dell'accordo preliminare verrà posta nel weekend. Sarà l'alba di una nuova era nella gloriosa storia del club rossonero? Per adesso, solo 'no comment' dalla Fininvest,
Anche in casa Inter si registrano manovre ai piani alti. La Beneamata si è già legata all'Asia con l'avvento di Erick Thohir, ma il magnate indonesiano è pronto a farsi supportare da capitali cinesi, più che mai necessari per rispettare i paletti del fair play finanziario: il nuovo partner risponde al nome di Suning Commerce Group, colosso dell'elettronica che fattura 14 miliardi di euro l'anno. Una delegazione è stata avvistata a Milano: il gruppo con sede a Nanchino è uscito allo scoperto comunicando l'interesse "ad una cooperazione strategica" con il club nerazzurro. Un'operazione avviata con il benestare di Massimo Moratti, al momento ancora allo studio ma che potrebbe portare la Suning ad acquisire il 30% delle quote. Resta effettivamente da capire se il gruppo potrebbe un giorno arrivare a rilevare la maggioranza e fare dell'Inter l'altra Chinatown di Milano. Per adesso, Thohir ha assicurato che intende restare in sella anche dopo novembre: alla fine cioè del triennio - avviato nel 2013 - che si è impegnato a supportare economicamente.

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