In libreria "Isis, diario di un jihadista italiano" di Silvia Layla Olivetti


by Michela Zanarella
Dal 21 novembre in libreria ISIS, un libro shock sul jihad e sulle motivazioni di lotta dello Stato Islamico.
“Sono un cittadino italiano. Mia madre è italiana, così come lo erano i miei
nonni. Mio padre, un immigrato giordano, ama il Bel Paese come se ci fosse nato. Quando i miei genitori si sono incontrati, mia madre era già musulmana da tempo. Si è convertita, come del resto migliaia di altri occidentali, grazie all’insistenza mediatica sull’Islam scatenatasi dopo l’11 settembre 2001.”
Esce per David and Matthaus ISIS - Diario di un jihadista italiano, interessante romanzo dell’autrice di Diversamente italiani, pubblicato con Armando Curcio editore, inchiesta sconvolgente sui convertiti all’Islam che, all’uscita, ha causato grande scandalo e reazioni violente dell’opinione pubblica, tanto che Silvia Layla Olivetti è stata duramente attaccata e ha ricevuto minacce di morte. E’ stata ospite alle trasmissioni televisive “Cominciamo bene” e “La vita in diretta”; La7, “Piazza Pulita” e “Le Invasioni Barbariche”.
Il libro
In questo secondo romanzo, che sicuramente avrà la sua eco di scalpore, Silvia Layla riprende il discorso del perché una persona della nostra cultura senta la necessità di convertirsi all’Islam e la domanda che molti si fanno “i musulmani odiano l'occidente?” trova esauriente risposta in queste sue pagine, drammatiche e sconvolgenti, ammantate di fantasia, ma con rivelazioni profondamente vere
sullo Stato Islamico, la guerra all'occidente e la volontà di creare la pace in una società unita sotto la fede in Allah. Sorprendentemente, nel “diario del jihadista italiano” trapela la volontà di armonia e pace giusta sottesa alla lotta intrapresa contro un mondo corrotto. Dopo aver letto questo libro, che parla anche di 11 settembre, di Bin Laden e di guerra in Afghanistan, le nostre convinzioni vacilleranno, perché la verità non ha sempre e solo una faccia e Silvia Layla Olivetti toglie il velo al volto nascosto, quello più scomodo ma non meno reale di quel che è stato.
Nella cornice di un non troppo lontano 2021, una ragazza, Giulia Aisha, italiana convertita all'Islam, che sta recandosi a un centro di addestramento per donne soldato, in mezzo alla neve trova un biglietto appallottolato, con poche, drammatiche parole: “8 dicembre 2021. Sono un murtad un traditore...”.
Così la sua storia si intreccia con quella di un altro cittadino italiano che, nel suo diario, racconta con minuzia le ragioni del suo lottare, il suo farsi mujaheddin, e rivela come è venuto in contatto con il nucleo armato di IS, come è partito, come ha intrapreso la sua battaglia personale a un mondo corrotto e senza dio.

I fatti di cronaca parlano chiaro: guerre di conquista e decapitazioni pubbliche diffuse attraverso il web.
Eppure, nonostante la violenza, gli ideali dell’ISIS (Islamic State) attirano uomini e anche giovani donne,
europei e italiani, che si convertono e arruolano. Questo romanzo, attualissimo, è basato su drammatici e
shockanti fatti di cronaca noti a livello internazionale e sul messaggio (riportato integralmente in Postfazione) di un noto espulso per terrorismo accusato di essere un membro ISIS in Italia.
L'autrice racconta attraverso la voce del mujaheddin, musulmano italiano, le peggiori paure degli occidentali e le trasforma, in quel 2021, in realtà, mescolando verità e fantasia, ma soprattutto analizzando origini e ragioni di un fenomeno incombente, senza risparmiare critiche e condanne tanto all’Occidente quanto al mondo musulmano.

L’autrice
Silvia Layla Olivetti, italiana convertita all’Islam, attivista, operatrice multiculturale e fondatrice nel 2011 del “Movimento per la tutela dei diritti dei musulmani”. Autrice del libro Diversamente italiani. Inchiesta shock sui convertiti all’Islam (Armando Curcio, 2014), ha al suo attivo una lunga collaborazione con la testata online “Referendum” e svariate partecipazioni a programmi televisivi: Rai, “Cominciamo bene” e “La vita in diretta”; La7, “Piazza Pulita” e “Le Invasioni Barbariche”.
Definita, a causa di alcuni post Facebook, “fiancheggiatrice del terrorismo islamico” in un editoriale di Magdi Allam pubblicato da “Il Giornale” nell’agosto 2014, si è sempre battuta per il dialogo e l’affermazione della verità, senza risparmiare dure critiche tanto all’Occidente quanto ai musulmani, subendo per questo continue minacce di morte. Famose le sue accese campagne per la difesa del diritto di indossare il velo e contro la discriminazione sul lavoro.

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