“Non mi ricordo più di te, by vittoriano borrelli


Forse è passato un secolo o di più
Quando scrivevi poesie
scarabocchiando muri e vie
con i tuoi passi giovani e scomodi…”
Sono i versi iniziali della canzone omonima scritta nel 1996, dall'album “Una vita diversa”.
La storia di una scelta di vita non voluta ma imposta dalle circostanze, dopo essersi lasciati alle spalle gli anni della prima giovinezza in cui i sogni e le speranze erano ancora intatti e possibili.
Molte sono le reminiscenze con opere ben più famose e pregevoli: dall'immensa “Il sabato del villaggio” di Leopardi suggellata da un finale struggente e toccante:
“Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita 
è come un giorno d'allegrezza pieno
Giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita…”
… al “magnifico” Lorenzo de’Medici che recitava:
“Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia! 
Chi vuole esser lieto, sia, di doman non c’è certezza …”   
Scegliere la vita che si vuole è un grande privilegio che richiede forza e convinzione ma anche un terreno fertile rappresentato dal sostegno familiare e dalla combinazione di un certo numero di fattori
propiziatori, come l’agibilità sociale del proprio essere o il contesto economico più o meno favorevole.

Per le persone fortemente volitive gli ostacoli sono una sfida da vincere a tutti i costi, ma quanto questa forza deriva dalle proprie doti naturali o piuttosto dall'amore filiale che la sostiene? 

E’ la teoria dell’Uomo che cresce e si fortifica in quanto tale, che si contrappone a quella del condizionamento esterno che fa virare le proprie scelte in una certa direzione. I criminologi, ad esempio, ne fanno largo uso per cercare di spiegare le originidirette o indotte delle azioni delittuose.

Si potrebbe ragionare per analogia sul piano della realizzazione del proprio progettodi vita. Tante sono le variabili che concorrono a renderlo più vicino o lontano dalle proprie aspettative. E ciò che poteva essere e non è stato è il rimpiantopiù doloroso che si possa mai patire.

In “Non mi ricordo più di te” accade una vera e propria dissociazione di due “anime” che per un certo periodo convivono nello stesso corpo fino a che l’una non riesce a sovrastare l’altra fino ad annullarla o a lasciarla nell’oblio più profondo.

“Non mi ricordo più di te
e non so cosa resterà di te
Ora che il vento porta via
anche quest’ultima poesia
Storia sbagliata che nessuno mai saprà di te”

(Tratto da “L'AQUILA NON RITORNA”)


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