Esalazioni tossiche di un impianto di compostaggio uccidono due operai


by Pier Carlo Lava
Aprilia: Ennesime vittime del lavoro, due operai sono rimasti uccisi dalle esalazioni tossiche di un impianto di compostaggio. La dinamica del fatto non è ancora chiara perciò si dovrà attendere l’autopsia per fare luce sulla causa delle morte di due operai presso l’impianto di compostaggio Kiklos di Aprilia gestito da Acea, che si occupa della lavorazione dell’umido. Le vittime sono due dipendenti di una società esterna che stavano svolgendo un’attività di routine cioè il prelievo a bordo di un autocisterna di un carico di percolato per smaltirlo in un altra struttura. Dalle prime ricostruzioni risulterebbe che aprendo il portello sul tetto del serbatoio del veicolo siano uscite delle esalazioni altamente tossiche. Gli operai non indossavano maschere di protezione e sono stati investiti dai gas, uno dei due con un volo di 2 metri sarebbe caduto a terra, forse precipitato per soccorrere il collega, mentre l’altro è stato trovato ancora in cima all’autobotte. Le vittime sono
Fabio Lisei di 44 anni e Roberto Papini di 42, che vivevano in provincia di Viterbo, a San Lorenzo Nuovo, a causare il decesso probabilmente è stata una sostanza tossica.
Il percolato che avrebbero dovuto trasportare è un rifiuto liquido derivante dal trattamento di rifiuti non pericolosi che viene prodotto presso l’impianto. 
Secondo l’azienda la struttura è sicura e all’avanguardia, il liquido in questione viene prelevato sovente, in ambiente aperto tramite autobotti, per essere poi smaltito in impianti autorizzati. Ma da anni i residenti della zona si lamentano dei miasmi che affermano provenire dall’impianto. Secondo le prime informazioni, non ci sarebbero danni ambientali e il pericolo sarebbe stato circoscritto alla cisterna trasportata sul camion.

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