Alla guerra degli emendamenti


Giancarlo Patrucco Città Futura on-line
Oggi è il giorno di partenza della cosiddetta “maratona del Senato”, quella che in teoria dovrebbe portare all’approvazione in prima lettura del testo di riforma costituzionale. In teoria, perché è evidente che di fronte a 7.253 emendamenti non c’è maratona che tenga. Qualcuno ha calcolato che, se si fossero tenuti i consueti ritmi parlamentari, forse ci si sarebbe riusciti sì prima delle ferie, ma quelle del 2015. Comunque, anche così, riducendo i tempi di esposizione e tenendo il Senato in seduta continua, nessuno ha dubbi sul fatto che sia impossibile farcela entro l’8 di agosto Soprattutto, nessuno ha dubbi sul fatto che questo clima di guerra permanente finirà per uccidere ogni residua speranza di fare qualsivoglia riforma, sia pure soltanto cambiare il colore della carta igienica nei bagni. 
Così, sabato, domenica e anche ieri, prima che si aprisse l’O. K. corral, sono entrati in azione i pontieri. Se si riducessero gli emendamenti a quelli veramente significativi, avremmo più tempo per discuterne nel merito, ha detto Zanda. Si può fare, ha detto Chiti: discussione di merito fino alle
ferie, votazione nella prima settimana di settembre, alla ripresa dei lavori. Vogliamo impegni seri, ha detto SEL, facendo capire che la posta in gioco comprende anche la legge elettorale. Vedremo, ha risposto il Governo: siamo disponibili ad una riconsiderazione, purché rimangano fermi i punti fondamentali. E l’ O. K. corral è cominciato.
E’ qui che mi è scattata la curiosità di andare a vedere questi famosi e famigerati 7.253  emendamenti. Soprattutto, quelli che sono stati presentati da SEL: 6.000 o poco meno. Dev’essere stata una faticaccia improba, ho pensato. E uno sforzo di immaginazione non banale. Considerando che gli articoli del disegno di legge sono più o meno una quarantina, ma quelli veramente strategici devono essere molti, molti meno, significa marciare a una media di 2-300 emendamenti per articolo. Non si sfiancano così neanche i senatori.
Entrando sul sito del Senato e scaricando i testi, ho dovuto dare ragione a Loredana De Petris (SEL) Presidente del Gruppo Misto, che ha detto oggi: non mi sembra che ci siano emendamenti fantasiosi. Già. Neanche a me. Anzi, direi che la pattuglia di SEL, che si è assunta l’onere, ha lavorato al risparmio. Inutile affaticarsi troppo. Basta costruire un emendamento come si deve e, su quella base, andare avanti facendo gli altri con la carta carbone.

Qualche esempio:
gli artt. 1 e 2 sono il cardine della proposta di legge. All’art. 1 si dettano disposizioni per la modifica dell’art. 55 della Costituzione riguardante le funzioni delle Camere. All’art. 2 si definisce la loro composizione.
Basta partire, magari con un testo come il seguente:
1.29
De Petris, Barozzino, Cervellini, De Cristofaro, Petraglia, Stefano, Uras
Sostituire il Capo I con il seguente:
«Capo I - Riduzione del numero dei parlamentari. – Art. 1. - (Modifiche agli articoli 55, 56 e 57 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari).
– 1. All’articolo 55 della Costituzione, dopo il primo comma è inserito il seguente: "I membri delle due Camere sono eletti a suffragio universale e diretto. Le leggi elettorali garantiscono il rispetto dell’equilibrio di genere e la rappresentanza delle minoranze linguistiche".
2. Il secondo comma dell’articolo 56 della Costituzione è sostituito dal seguente: "I deputati sono in numero di trecentosessanta; sei sono eletti nella circoscrizione Estero.".
5. All’articolo 57 della Costituzione, il secondo comma è sostituito dal seguente: "Il Senato è formato da centottanta membri, tre dei quali eletti nella circoscrizione Estero."».

Poi si prosegue, modificando qual cosina ogni volta:
1.30
De Petris, Barozzino, Cervellini, De Cristofaro, Petraglia, Stefano, Uras
Sostituire il Capo I con il seguente:
«Capo I - Riduzione del numero dei parlamentari – Art. 1. - (Modificazioni agli articoli 55, 56 e 57 della Costituzione).
– 1. All’articolo 55 della Costituzione, dopo il primo comma sono inseriti i seguenti: "Le Camere sono elette a suffragio universale e diretto. Le leggi che disciplinano l’elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica assicurano il rispetto dell’equilibrio di genere e la rappresentanza delle minoranze linguistiche".
2. Il secondo comma dell’articolo 56 della Costituzione è sostituito dal seguente: "La Camera è formata da quattrocento deputati; otto sono eletti nella circoscrizione Estero".
5. All’articolo 57 della Costituzione, il secondo comma è sostituito dal seguente: "I senatori sono duecento; quattro sono eletti nella circoscrizione Estero"».

Quanto credete che si possa andare avanti? Beh, i nostri infaticabili sette sono riusciti a tirarla in lungo dall’emendamento n. 29 all’emendamento n. 1443. Breve pausa, poi hanno ripreso per un altro centinaio di  emendamenti. 
Un’avvertenza a chi legge: cose del genere sono possibili soltanto in Parlamento. Ci provaste voi, sul lavoro o magari nel condominio, vi caccerebbero fuori a pedate.

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