Una serie di incontri per capire che cosa vogliono fare dell'acqua di Alessandria.


A fine estate 2013 alla Provincia di Alessandria è stato chiesto di autorizzare una discarica a Spinetta Marengo su una falda indicata dal piano regolatore comunale come riserva idrica vitale per Alessandria e dintorni, vicino ad uno degli enormi depositi di terre da scavo previsti per il Terzo Valico. Dopo un'immediata opposizione alla discarica in sede di conferenza dei servizi ci sono state assemblee popolari, sono state trovate molte incongruenze e si è deciso di raccogliere delle firme per fermare l'iniziativa, arrivando a raccoglierne più di duemila in pochi giorni.
Nel successivo consiglio comunale del 21 marzo il sindaco di Alessandria Rita Rossa ha sostanzialmente condiviso il senso della raccolta firme rinviando di 60 giorni la successiva conferenza dei servizi per valutare un eventuale cambio di parere (inizialmente favorevole) da parte del Comune, a riconferma del fatto che molto spesso i cittadini sono più attenti di coloro che li rappresentano.
Nell'occasione il sindaco ha fatto risalire la decisione alla giunta precedente ed ha fatto delle aperture sulla possibilità di un controllo più democratico sui rifiuti che possono inquinare l'acqua. Il giorno seguente è poi apparso sulla
stampa locale anche un riferimento ad una caparra di 500mila euro relativa ad un trasferimento di proprietà connesso alla vicenda.
Da ciò si capisce che inizialmente erano venute alla luce solo una parte delle incongruenze e c'è il sospetto che altre ancora possano apparire.
Per questo, ed anche per capire quali meccanismi governino le falde acquifere, come difenderle (anche dal polo chimico di Spinetta), e per capire cosa viene fatto per evitare che nelle discariche finiscano rifiuti diversi da quelli autorizzati, continuano le assemblee e gli incontri informativi. I prossimi sono Martedì 25 marzo alle ore 21 a Spinetta Marengo, presso l'ex circoscrizione in via Prospero Gozzo, e mercoledì 26 marzo alle ore 21 ad Alessandria alla Taglieria del Pelo in via Wagner.
Siccome le falde sono in comunicazione tra loro si pensa di organizzare incontri analoghi anche nelle vicine località coinvolte dai depositi di terre da scavo del Terzo Valico e da altre iniziative in grado di danneggiare le falde acquifere, in particolare nel Tortonese.
Tra discariche e Terzo Valico vi è un legame perché la presenza di una discarica vicino ad un deposito di terre da scavo permette di utilizzare per gli sversamenti illegali qualsiasi tipo di automezzo, aggirando la necessità di dover utilizzare per quello scopo solo i camion da cava provenienti dal tunnel. Del resto anche a Sezzadio è stata progettata una discarica vicino ad un deposito del Terzo Valico.
E' molto plausibile un interesse della mafia dei rifiuti per l'enorme movimento terra derivante dallo scavo di grandi tunnel, anche perché dopo quanto è successo nella cosiddetta “terra dei fuochi” è immaginabile che chi ha rifiuti da smaltire illegalmente ora trovi maggiori difficoltà a portarli in Campania, e che stia cercando nuove soluzioni, magari molto più a nord.
E che non si tratti di dietrologia lo dice una sentenza del Tribunale di Firenze che proprio in questi giorni ha condannato in via definitiva i vertici dei consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per danni ambientali e traffico di rifiuti nell'ambito della realizzazione della galleria della Tav tra Bologna e Firenze, tra il 1996 ed il 2009 (1). Il Terzo Valico è un'altra lunghissima galleria ferroviaria realizzata da un consorzio (il Cociv) controllato da Impregilo. La differenza sta nel fatto che allora era una novità, mentre ora il finale della storia è facilmente intuibile.
Tino Balduzzi

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