Che società e' quella che marginalizza chi è più sfortunato?


Alessandria: Ricevo e pubblico volentieri una lettera di Stefania Venticinque.
Senza le associazioni di volontariato saremmo un paese del quarto mondo.
La società nel suo complesso, ciò che normalmente chiamiamo istituzioni, governo, amministrazione e le persone tendenzialmente anche loro tendono ad espellere coloro che per varie ragioni non rientrano nella "normalità", dove per normalità si intende l'assoggettarsi alle regole anche se palesemente sbagliate solo in quanto norme precostituite e aggirabili eventualmente con le risorse e le "conoscenze" o le "raccomandazioni" o il "dare via il culo"... tutte cose che naturalmente costano in termini, se si è fortunati, economici (per chi può permetterselo) e per gli altri in dignità.
La società nel suo complesso e la maggior parte delle persone che la compongono riconosce solo chi per varie ragioni di "abilità" o di "convenienza" e utile a portare avanti la macchina chiamata "convivenza"... chi rimane indietro per errori suoi o per sfiga viene emarginato in effetti, chi ha un handicap invalidante viene "premiato" con la possibilità di morire in tempi brevi se non ha risorse sufficienti o non ha un lavoro, lavoro che spesso è inadeguato
all'handicap in questione.
Io continuo a chiedermi come può uno stato definirsi minimamente civile quando riduce le persone svantaggiate dalla vita o dalla malattia e con ciò si intende persone volenterose a tutti gli effetti di fare parte del consesso sociale, a chiedere la possibilità di sostentamento quasi fossero accattoni in cerca di un tozzo di pane?
Che società e' quella che marginalizza chi è più sfortunato e non si occupa delle esigenze di chi sta peggio?
Un esempio? Una casa popolare viene assegnata ogni 5 anni con bando apposito, ma in 5 anni uno può morire sotto un ponte 30 volte signori.
Fare un screening in tempo reale delle situazioni di disagio reale? E punire allora si chi si approfitta dei benefici senza averne diritto.
Tornando alla malattia, vi rendete conto si che non tutti possono essere così fortunati da venirne fuori alla grande... che ogni caso clinico porta con se risvolti spesso difficili da superare e sopportare sebbene in una sorta di stabilizzazione clinica.
Se non ci fossero le associazioni di volontariato saremmo un paese del quarto mondo.
Non può essere accettata una situazione di questo genere, persone con un invalidità accertata che va dal 75 al 99% che si scialano di 289 (duecento ottantanove) euro per campare... e se avessero solo quelle?... avete già la risposta.
Quando i signori che si occupano della "cosa pubblica" parlano essenzialmente di strategie per rimanere in una rete di potere, nella cabina di comando, dovrebbero capire, che qui fuori c'è gente che soffre, spesso ride e scherza perché non ha alternative... ma vive in un disagio enorme, di cui loro non hanno minima coscienza.

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