TEMPO SOSPESO, DI STEFANIA PELLEGRINI
Noi stasera chiusi dentro
incatenati a un tempo
che batte logoro
in monotono stillicidio
di giorni, ore, minuti
tra le fredde sbarre d'una cella.
A cercare un guizzo di luce,
un'idea vitale
che non s'impigli tra lenzuola
di questo letto,
ma libera voli oltre
il deserto arido
dove si perdono le ore.
Qua tutto è noia
non c'è dato di sognare,
liberi
solo di respirare
un lamento di speranza.
Noi reietti
non siamo più: madre
padre o figlio, più niente
siamo i dimenticati.
Attendiamo, rigiriamo,
il giorno chiuso,
ne spuntiamo uno sull'altro
per ritrovare il primo
all'aria aperta.
Usciremo un giorno
incontro alla vita che ci annuserà
come fa il cane in cerca dell'osso.
Sapremo non farci
più mordere addosso?
Stefania Pellegrini ©
in monotono stillicidio
di giorni, ore, minuti
tra le fredde sbarre d'una cella.
A cercare un guizzo di luce,
un'idea vitale
che non s'impigli tra lenzuola
di questo letto,
ma libera voli oltre
il deserto arido
dove si perdono le ore.
Qua tutto è noia
non c'è dato di sognare,
liberi
solo di respirare
un lamento di speranza.
Noi reietti
non siamo più: madre
padre o figlio, più niente
siamo i dimenticati.
Attendiamo, rigiriamo,
il giorno chiuso,
ne spuntiamo uno sull'altro
per ritrovare il primo
all'aria aperta.
Usciremo un giorno
incontro alla vita che ci annuserà
come fa il cane in cerca dell'osso.
Sapremo non farci
più mordere addosso?
Stefania Pellegrini ©
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