QUATTRO FIORI BIANCHI, by Devadatta Sk! Valmiki
Quattro margherite accanto stanno
dentro le nere lingue dell’uomo
che si crepano di anno in anno
e verdi ciuffi d’acuto suono
si propagano nel mio affanno
e sono fulmini senza tuono
che accendono velocemente
proliferanti pensieri d’arte,
radici cineree a mente,
seppure mancanti d’una parte
che mi fiorirebbe sconvolgente,
parole pesanti sulle carte.
Restan pensieri senza proseguo,
boccioli della mia lingua nera,
mentre zoppicando li inseguo,
immerso nella sospesa sera,
più respiri profondi eseguo,
attendendone la primavera.
Ma poi, come sempre da rituale,
il respiro prende a scorrere,
quella paura che m’è usuale
con il vento prende a correre,
sibila sera e scorre reale,
allora mi sento soccorrere
allora la pioggia prende a cadere
allora l’albero comincia a cantare
allora il petto parte a palpitare.
Devadatta Sk! Valmiki
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