Alessandria: il momento negativo nei numeri

La partita con il Bassano poteva rappresentare un crocevia importante nella stagione dell'Alessandria: perché si affrontava una diretta concorrente alla lotta per i playoff; vincere per ripartire e per staccare di tre lunghezza i veneti. Invece a uscire vincitori dal "Moccagatta" sono stati i ragazzi di Stefano Sottili.
L'Alessandria, che pur ha giocato sotto il profilo fisico e atletico una buona gara, non è riuscita a invertire il trend negativo delle ultime sfide. I numeri sono impietosi per una squadra che alla fine dello scorso anno veleggiava nelle prime posizioni della graduatoria. In sette partite, nel girone di ritorno, la squadra ha collezionato otto punti, mentre nel girone di andata erano tre in più, undici.
Nell'anno nuovo Bocalon e compagni hanno vinto solamente due volte contro Cuneo e Albinoleffe. 
I gol realizzati in questo girone di ritorno sono stati, fin ad ora otto, quelli subiti dieci. 
Numeri impietosi che certificano un periodo molto negativo che sta compromettendo tutto quello di buono che è stato fatto fino ad ora. Se il campionato fosse finito oggi la squadra, che è costata di più in Lega Pro, quasi sei milioni di euro, non disputerebbe neppure i playoff, 
Le colpe sono da spartire tra tutti, dalla società ai giocatori, passando per l'allenatore.
Al termine del match in sala stampa si sono presentati Di Masi e Gregucci ed entrambi hanno raccontato di un Alessandria che c'è stata sul campo, che non meritava la sconfitta e che se continuerà cosi il futuro non potrà che essere positivo.
Ora mancano dieci partite al termine della stagione regolare con l'Alessandria fuori dai playoff; il Pordenone deve ancora giocare ma questo è il momento di guardarsi dentro e di ritrovare il piglio dei mesi migliori, dei mesi nei quali tutta l'Italia ha parlato della maglia grigia.
Un grande plauso lo voglio tributare ai ragazzi della curva Nord che per novantasei minuti hanno incitato e sostenuto i ragazzi in campo sotto una pioggia abbondante, per loro alziamoci tutti in piedi.
PAOLO BARATTO

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