Un anno nero per i femminicidi
Lo avevo pubblicato nel 2014, ma da allora non è cambiato niente o quasi, a parte la legge...
Proprio oggi i media hanno riportato la notizia che Sara la ragazza di Roma è stata uccisa bruciata viva dal suo fidanzato.
by Pier Carlo Lava
Aggressività e violenza, in particolare presso taluni esseri umani, sono istinti primordiali sempre esisti nell’uomo. Lo dimostrano secoli di guerre e sopraffazioni combattute per brama di potere, conquista dei territori, vendette, motivazioni religiose, ecc.
Del resto non per nulla gli esseri umani sono considerati i mammiferi più intelligenti e crudeli fra tutte le specie che popolano la terra, gli unici che uccidono non solo per fame, o per difendere il territorio, o la prole, ma anche e solamente per il gusto di farlo.
Nella razza umana la donna, nel terzo mondo e in particolare nei paesi musulmani, è da sempre considerata un essere inferiore, con pochi diritti e da sottomettere, lo vediamo nei casi più estremi da quello che sta succedendo nei territori dove le milizie dell’ISIS oltre a massacrare chi non è di fede mussulmana, rapiscono i bambini e le donne per venderle come schiave.
Nei paesi occidentali industrializzati e civilmente evoluti la situazione è ovviamente diversa, ma anche in questi siamo ancora ben lungi dal raggiungere la parità di genere e di diritti, ad esempio spesso la donna nella pubblicità è considerata un oggetto per il piacere visivo del maschio e conseguentemente per far vendere il prodotto, nel lavoro
mediamente guadagna stipendi inferiori del 30% rispetto a quelli dell’uomo oltre al fatto che nei posti di comando la percentuale di donne è ancora decisamente inferiore.
Ma c’è di peggio dato che il maschio quando la donna si ribella e lui si rende conto di perderla, arriva a ucciderla, e su questo aspetto la situazione purtroppo tende a peggiorare, infatti dal rapporto annuale dell'Eures (European Employment Services) emerge che nel 2013 le donne uccise sono addirittura di più rispetto all'anno precedente.
Infatti sono state 179, praticamente una ogni due giorni, un record negli ultimi sette anni, con un aumento del +14% rispetto al 2012, dove furono uccise 155 donne.
Dal rapporto emerge che 126 donne sono state uccise nell’ambito familiare, mentre 25 da persone a loro vicine con le quali condividevano rapporti di lavoro o di vicinato e 28 le donne vittime della criminalità.
Cambia anche la distribuzione geografica, mentre nel 2012 erano di più al Nord, nel 2013 è il sud a detenere questo lugubre primato, con 75 omicidi. Raddoppiano, da 22 a 44, quelli avvenuti nel centro Italia, 11 dei quali solamente a Roma. L’Umbria, risulta la regione nella quale vengono uccise più donne ogni milione di abitanti (12,9%). Il 18,9% delle vittime sono madri uccise dai figli, un dato in forte crescita rispetto al 2012 (15,2%), sovente il movente di questi omicidi è per cause economiche, o i cattivi rapporti durante una convivenza complicata per questioni di necessità. La principale causa del femminicidio è la gelosia, tra il 2000 e il 2013 il 31,7% degli omicidi sono avvenuti per questo motivo.
L'aumento dei casi di donne vittime di omicidio è un dato allarmante, secondo il rapporto Eures, tra le ragioni che contribuiscono alla crescita di questo drammatico trend c'è una risposta inadeguata da parte delle istituzioni alla richiesta di aiuto delle donne. Infatti nel 2013 risulta che il 51,9% per cento delle donne uccise, aveva segnalato di aver subito violenze dalla persona che poi le hanno uccise, purtroppo senza essere ascoltate e soprattutto protette.
Anche nel 2014 i dati disponibili sinora sono preoccupanti a conferma che la situazione rimane grave. Evidentemente così non si può più andare avanti, perciò occorre rivedere ulteriormente le leggi in materia, preparare adeguatamente con specifici corsi di formazione il personale delle forze dell’ordine per meglio affrontare questo grave problema, investire sulla creazione di case di rifugio per le donne vittime di Stalking, oltre ad attivare qualsiasi altra iniziativa atta a fronteggiare questo preoccupante e crescente fenomeno.
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