Nel nome del padre*


È estate, fa caldo, abbiamo tutti solo voglia di mare-vacanza-sapore di sale… e allora perché un tema così, proprio ora?
Parlare di papà non è facile, manda fuori di testa tutti, che sia padre presente, assente, padre padrone, formica, fantasma, defunto, scappato in Cina, amorevole… il padre ha messo in subbuglio tutta la redazione. Perfino al grafico sono tremate le ginocchia quando ha sentito di che si parlava. Allora come c’è venuto in mente di tirare fuori proprio questo argomento? Mo’ ve lo racconto.
Alcuni di noi, durante l’inverno, hanno collaborato con due comunità per minori in un progetto esterno al Babau. Durante questi incontri, abbiamo parlato con i ragazzi e sentito le loro storie. Ci aspettavamo storie di famiglie e invece siamo inciampati nei padri: è dal padre che comincia tutto, è il nodo più doloroso da sciogliere per poi andare avanti, il ferro su cui battere incessanti perché, checché se ne dica, continua ad essere incandescente.
Mi viene in mente una poesia di Saba che dice: Mio padre è stato per me l’assassino; fino ai vent’anni che l’ho
conosciuto. Allora ho visto ch’egli era un bambino. Ecco, Saba passa un bel pezzo della sua vita senza papà perché, quando Umbertino era piccolo, quel manigoldo se n’è andato di casa. E sua mamma gli diceva: “non azzardarti a diventare come lui!” e Umberto probabilmente se lo immaginava gigante, con il volto nero e le cicatrici sulla faccia: terrificante come un assassino. Quando lo vede finalmente, quando va incontro al suo incubo peggiore, si rende conto che suo padre è un poveraccio, uno che non ha mai avuto il coraggio di crescere. Sempre a zonzo per il mondo, mai con la stessa donna, per un unico, disperato motivo: il papà di Saba non era pronto a fare il padre perché lui voleva fare figlio ancora un po’ e ha finito per fare il figlio tutta la vita.
Mentre la mamma è sempre la mamma, i padri si collocano tutti su quella linea lì che va da ASSASSINO a BAMBINO ed è proprio quella linea che ora Babau ha voluto esplorare. Esplorarla però è pericoloso, significa imparare a fare gli equilibristi e rischiare di cadere e magari spaccarsi pure la faccia.
E non hanno avuto paura di un tema così nemmeno i due ospiti speciali di questo numero: Luca Mainini, artista di fama mondiale, che si è lasciato intervistare e spogliare da noi, e Ennio Piantato Bassignana, primario di psichiatria ad Alessandria, eccezionale modello di copertina per questa occasione.
C’è molta verità in questo Babau. Ci sono padri enormi e barbuti, ci sono padri raccontati così come sono, con parole semplici e schiette, ci sono padri supereroi, padri musicisti, padri menefreghisti, ci sono quelli che del padre non hanno bisogno, padri che fuggono via veloci come se avessero le rotelle, padri-mostro, neopadri, padri nudi, schiantati al suolo, annientati, buffi.
In questo numero c’è il padre di tutti noi e, se sfogliate bene, vedrete che c’è anche il padre di tutti voi.  
*Anticipiamo l’editoriale dell’ultimo numero di Babau, rivista queer indipendente di arte, letteratura e fotografia edita dall’omonima Associazione Culturale, che ha sede a Casale Monferrato

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