La breve estate politica dei morti viventi [Controvento]
di Ettore Grassano
Pare che Gianfranco Fini, ieri a Roma, abbiamo tentato di radunare fedelissimi e pretoriani, per esortarli ad una nuova stagione di partecipazione, assai simile ad un tentativo di personale rilancio. E le immagini testimoniano impietosamente che gli è andata buca.
Periodicamente ci prova anche l’ex banchiere Passera (che per qualche tempo ha sognato persino la premiership del governo, in passato), a lanciare progetti politici che finiscono in nulla, esattamente come fece Montezemolo. E poi naturalmente c’è Berlusconi, che non si capisce mai bene se sia ancora in politica solo per cercare di limitare i danni giudiziari (e in un Paese come questo, dal suo punto di vista, sarebbe anche assai comprensibile, diciamocelo chiaramente), o invece se, come tanti anziani un po’ in tutte le professioni, si ostini a non capire che il suo tempo pubblico è assolutamente finito.
Perchè, se c’è una lezione che il trionfo di Renzi (esagerato, esasperato, artefatto e gonfiato: diamo tempo al tempo), ma
anche quello di Grillo mostrano in maniera inequivocabile è che la classe politica della prima e della seconda repubblica, in non pochi casi addirittura coincidenti, sono finite. E finite male: nella vergogna, nella presa d’atto di aver affondato progressivamente e inesorabilmente questo Paese con scelte (e non scelte) sicuramente sbagliate, nella migliore delle ipotesi per manifesta incompetenza: e naturalmente in non pochi casi anche con effetti collaterali che vanno dall’indebito arricchimento personale a disegni criminali più ambiziosi.
Siamo, è evidente, l’unico Paese occidentale in cui tutto ciò può essere accettato come normale, con non poca responsabilità del popolo, del corpo elettorale, di tutti noi. Non vittime, ma conniventi in molti casi, sia pur in cambbio di briciole, o magari soltanto di un vago senso di appartenenza.
In ogni caso, è già mortificante pensare che, al capolinea (prima o poi succederà, no?) di Napolitano ci si possa ritrovare l’ennesimo Presidente della Repubblica ottantenne, espressione diretta del milieux appena evocato. I nomi fateli voi, tanto sempre quelli sono. Speriamo almeno che, nel frattempo, questa strana estate che viviamo come ‘in sospensione’, cullati dagli slogan di Renzi e dallo ‘sgretolamento’ di tante macerie politiche, sancisca in maniera definitiva la fine pubblica di una classe politica di morti viventi, che al Paese ha già dato molto, ed è sacrosanto possa godere di un meritato, definitivo riposo.
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