Lijiang agosto 1995, Olga Karasso


Lijiang agosto 1995
Che cosa, vita mia, rimane
poco rimane o niente
un gomitolo di tristezze...
La tua avventura
splendida avventura
che si divertì una a una
a stralciare
grandiose aspettative
in pellegrinaggio
da un santuario all'altro
nuova caccia metafisica
da un tempio all'altro
di cosa fosse bene
da un monaco all'altro
cosa male.
Foto a colori... stravaganza
di artisti dell'anima
in navigazione fluviale
sulle acque verdi di alghe
ombre placide materne
di colpo inquietanti
di un Lijiang
stretto nella morsa
di montagne bizzarre
specchianti forme
incappucciate
sinistre come briganti

il grido rauco
di uno stormo di gabbiani
messaggero di dei locali
a salutare gli stranieri
giunti capriccio o destino
da contrade così diverse
Francia Italia Canada Israele
a cercarsi tra i filamenti
di quesiti fatui
sulle rive limacciose
vicino alle imbarcazioni
sguardi perplessi sdegnati
anziani pescatori cinesi
a domandarsi
quale nuovo imbroglio
del Capitale cristiano o altro
avesse condotto lì proprio lì
quei nasi lunghi puntati al cielo
abiti e pantaloni di lusso
bene in carne e ricchi
molto ricchi
a navigare sulla loro acqua
tra cielo e terra
aria così poetica
entusiasta
buffa del tutto assurda
sperando forse di trovare
l'Introvabile.
Davanti l'unica realtà.


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