Avanza la sinistra radicale in Francia, rivolta in America contro Trump, i Fori Imperiali colabrodo e Federer nella leggenda

Il socialista Benoit Hamon sconfigge, con un distacco di oltre quindici punti, l’ex premier Manuel Valls nelle primarie francesi della gauche. Una sorpresa, a tre mesi dalle elezioni presidenziali, che sancisce - scrive Cesare Martinetti - la fine dell’hollandismo e della sinistra globalista. Dopo Corbyn in Gran Bretagna e Podemos in Spagna, la Francia punta sul paladino del reddito di cittadinanza. 

Immigrazione, rivolta contro Trump
In America la battaglia contro il bando per gli immigrati di sette Paesi islamici si sposta sul piano legale. Quattro giudici donne bloccano l’ordine firmato da Trump. E i ministri della giustizia di sedici Stati si rifiutano di applicarlo. Mentre la protesta di piazza avviene negli aeroporti. Intanto il segretario di Stato Rex Tillerson, sul fronte della lotta al terrorismo, scommette sull’Italia: «Abbiamo bisogno dell’esperienza che possiede in Libia».

Fori Imperiali colabrodo
Entrare ai Fori Imperiali di notte, senza biglietto, non è difficile. Come racconta Flavia Amabile ci sono almeno cinque o sei punti deboli da cui si può passare senza temere controlli, videocamere e sorveglianza. Per coprire le falle della sicurezza ci vorrebbero 500 mila euro. 


Una statua per Diana
Vent’anni dopo la sua morte, avvenuta in un incidente d’auto a Parigi, la principessa Diana sarà ricordata con una statua. Il monumento, voluto dai figli William e Harry, sorgerà nei giardini aperti al pubblico di Kensington Palace. La Regina ha già dato la sua approvazione all’iniziativa, che sarà finanziata con offerte pubbliche. 

Federer entra nella storia
Agli Australian Open Roger Federer batte in cinque set - e 3 ore e mezzo di gioco - Rafa Nadal. Con la finale di Melbourne il campione svizzero si guadagna un posto nel firmamento del tennis, anche grazie all’avversario perfetto. Una sfida infinita che diventa leggenda, un po’ come nel romanzo di Ali-Frazier. 
Buona lettura e buona settimana
Maurizio Molinari La Stampa



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