Nel borgo del fantasy: Creature mitologiche: Le sirene


La sirena è una creatura fantastica della mitologia classica, che all'inizio veniva raffigurata con il volto e la parte superiore del corpo femminile talvolta dotata di ali e in quella inferiore con il corpo di un uccello. Soltanto dopo molti secoli inizia ad assumere, dall'ombelico in giù, la forma affusolata e la coda squamata di un pesce.
Su queste creature marine c’è molto da raccontare, anche perché hanno sempre suscitato molto interesse e tanta curiosità, un po’ per il fascino ammaliante con cui sono state sempre descritte e un po’ per la fantasia di tanti scrittori e sceneggiatori.                                                       



Inizio con il dire che già il celebre poeta  greco Omero descrisse queste mitiche creature nel suo poema Odissea, tra l’altro già ricco di esseri straordinari come il ciclope con un solo occhio chiamato Polifemo, i due mostri marini Scilla e Cariddi e la fantastica figura della maga Circe, oltre a tanti altri.
Fu proprio la maga Circe a mettere in guardia l’acheo dalla malia del canto di queste creature che, per alcuni, sembra  si cibassero delle carni delle malcapitate vittime che cadevano nel loro incanto. La maga suggerì a Ulisse di tappare le orecchie al suo equipaggio e a lui stesso, in modo da non ascoltare le voci invitanti delle sirene.  Ma Ulisse non si lasciò convincere e decise di farsi legare all'albero maestro, senza peraltro tappare le orecchie.  Per l’acheo sarà un’esperienza sconcertante, che lo porterà al limite della follia e della resa alle maliarde creature.
Le sirene tentarono in tutti i modi di blandirlo e incantarlo ma, l'ardimentoso marinaio, diede dimostrazione di una grande forza di volontà resistendo e riuscendo a uscire indenne dalla loro melodia ingannatrice.


Le affascinanti creature del mare compaiono anche nel libro delle Argonautiche di Apollonio Rodio, che narra la leggenda di Giasone di ritorno dalla conquista del Vello d’oro, anche lui soggetto alle lusinghe melodiose delle sirene ma, l’argonauta, contrappose alla loro voce una melodia molto più dolce e suggestiva scandita dalla sua lira e le creature, in seguito alla profonda frustrazione dovuta al fallimento, si uccisero, lanciandosi dalla scogliera. La leggenda continua narrando del corpo di una delle sirene, Partenope, che approdò alla foce del fiume Sebeto, che bagnava la città di Neapolis, che prese poi il nome dalla sirena.                                           

                         
Anche il grande navigatore Cristoforo Colombo scrisse su un diario di bordo dell’avvistamento di alcune forme umanoidi in mezzo al mare, ma la sua descrizione non le rese affatto affascinanti, come spesso vengono dipinte, anche se, per qualche tratto il volto poteva ricordare quello umano.
Negli anni e nei secoli a seguire, sono stati descritti innumerevoli avvistamenti sia nelle vicinanze delle coste europee che quelle americane riportati anche da autorevoli giornali dell’epoca. 


                                                                 










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