Nel borgo del fantasy: Creature mitologiche: Ercole e le dodici fatiche
Ercole, Eracle per i greci, era l'eroe semi-divino, della mitologia romana, dotato di una forza sovrumana, che metteva al servizio dell'umanità affrontando le dodici colossali fatiche e combattendo con altrettanti mostri mitologici che minacciavano il mondo.
Ercole era figlio di Giove e della mortale Alcmena, a cui il dio, ricorrendo a un infido stratagemma si era unito. Per conquistare le grazie della bella mortale, Giove assunse le sembianze del marito di lei, Anfitrione.
Il piccolo Ercole venne odiato sin dalla nascita dalla dea Giunone, furibonda per il tradimento di Giove. Il bambino aveva solo pochi mesi quando la dea gli inviò nella culla due enormi serpenti ma Ercole, che già possedeva una forza straordinaria, riuscì a soffocarli con le sue manine.
Giunone riuscì a vendicarsi rendendo folle Ercole quando, ormai, diventato adulto approfittò di uno dei suoi deliri e lo spinse a uccidere i figli e la moglie Megara.
Fu il cugino dell’eroe, Euristeo, a imporgli le dodici e mitiche fatiche, per fargli espiare gli orrendi delitti.
1a Il leone di Nemea era una belva dalle enormi dimensioni che terrorizzava e divorava gli abitanti del luogo. Ercole lo soffocò con la forza possente delle sue braccia e ne indossò l'intera pelle scuoiata con gli artigli stessi dell'animale.
2a L'idra di Lerma era un serpente con più teste, con la caratteristica di riprodursi dopo essere state recise. Ercole riuscì a prevalere sul mostro cauterizzando le orribili ferite con dei tizzoni ardenti, in modo da impedire ogni ulteriore ricrescita.
3a Il cinghiale di Eranto. Era un poderoso e ferocissimo esemplare che terrorizzava gli abitanti dei villaggi nei dintorni. L'eroe riuscì a catturarlo dopo averlo immobilizzato sulla neve, ma quando lo portò a Euristeo, questi per la paura si nascose in una botte.
4a La cerva di Cerinea aveva le corna d'oro e zampe d’argento e di bronzo, considerata sacra da Diana, dea della caccia. La cerva era un animale magico, difatti correva sempre senza mai fermarsi e, per un essere umano, era impossibile catturarla o addirittura ucciderla perché, essendo una creatura sacra, il suo sangue non poteva scorrere. Ercole riuscì a catturarla dopo un anno di inseguimento ferendola in un punto non letale, mentre l'animale stava guadando un fiume. L’eroe riuscì anche a rabbonire e convincere Diana dell’assoluta bontà della sua azione promettendo di rimetterla in libertà appena data prova a Euristeo dell’avvenuta cattura.
5a Gli uccelli del lago Stinfalo erano voraci predatori con becco, penne e artigli di bronzo, che uccidevano lanciando le loro penne come fossero dardi . I mostri alati si cibavano di carne umana terrorizzando la popolazione. Ercole riuscì a farli alzare in volo disturbandoli con il suono di potenti sonagli di bronzo e uccidendone molti con le frecce intinte nel sangue velenoso dell’Idra di Lerna e mettendo in fuga i pochi superstiti.
6a La pulizia delle stalle del re Augia
Questo sovrano ricchissimo e potente possedeva una stalla con tremila buoi ma, essendo molto avaro, non le faceva mai pulire e la sporcizia si accumulò per ben trenta anni. Euristeo ordinò all'eroe di ripulirle in un solo giorno, consapevole che fosse impossibile liberare dal letame le stalle in così breve tempo. Ercole, resosi conto dell'immane fatica, pensò bene di far deviare il corso del fiume Alveo, in modo che le acque portassero via la sporcizia.
L'impresa venne realizzata in un non solo giorno.
7a Il Toro di Creta era un esemplare mostruosamente grande e soffiava fuoco dalle narici. Si narra che il Minotauro nacque dall'unione di questo mostro con Pasifae, moglie del re di Creta.
Ercole riuscì a immobilizzarlo e a portarlo con sé ad Atene. Euristeo avrebbe voluto sacrificare il toro a Giunone ma la dea, che odiava a morte l'eroe, rifiutò il sacrificio disconoscendo così la fatica e la gloria che spettava all'acerrimo nemico. Ercole liberò l'animale che divenne noto come “Toro di Maratona”.
8a Le cavalle di Diomede, re della Tracia, erano quattro feroci giumente che si nutrivano di carne umana. Secondo la leggenda Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno discendeva da loro. Pare che il re, per risolvere il problema di approvvigionamento di cibo per le sue voraci cavalle, desse grandi feste nel palazzo reale, per poi uccidere i suoi ospiti e offrirle in pasto alle sue giumente.
Ercole riuscì ad ammansirle e a catturarle dando loro in pasto lo stesso crudele re.
9a La cintura di Ippolita. Ippolita era la regina delle guerriere amazzoni. E la nona impresa di Ercole consisteva nel rubarle la cintura che aveva il potere di renderla invincibile. Ercole riuscì a catturare la bellicosa regina, le tolse la cintura magica consegnandola a Euristeo.
10a i Buoi di Gerione.
Gerione era un mostro gigantesco con tre teste, sei braccia e tre busti uniti in un solo bacino. Era proprietario di molte ricchezze, tra cui anche una mandria di giovenche dal manto rosso, che custodiva sull'isola di Eritrea. Euristeo comandò ad Ercole di andare a prenderle.
11a La conquista dei Pomi delle Esperidi. Dopo aver consegnato le giovenche a Euristeo, Ercole si rimise in viaggio verso Occidente per rubare dal giardino delle Esperidi le mele d’oro, che crescevano su un albero custodito da un drago immortale e dalle tre mitiche fanciulle: Egle, Aretusa ed Espera, figlie della Notte e dell’Oceano o di Atlante, che di fronte al loro giardino sosteneva la volta celeste.
La leggenda narra che Ercole si offrì di sostenere il cielo al posto del gigante, purché questi gli portasse in dono i pomi. Atlante accettò ma, una volta conquistata la libertà, si rifiutò di tornare al gravoso compito ed Ercole, essendo stato ingannato, decise di agire con astuzia. Al titano disse che lui, se avesse dovuto reggere l’enorme peso per mille anni, sarebbe stato bene equilibrarlo meglio sulle spalle e gli domandò quindi di sostenerlo ancora per qualche istante. L’ingenuo Atlante accettò e cadde nel tranello riponendo a terra i pomi d’oro e ritrovandosi a dover sostenere il gravoso fardello.
12a Cerbero era il mostruoso cane a tre teste e coda di serpente che era a guardia dell’ingresso degli Inferi su cui regnava il dio Ade. Ercole dopo essere sceso nell'abisso, riuscì a domarlo e a portarlo sulla terra.
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