La casa di sabbia e di nebbia [Il Superstite 162]


di Danilo Arona
Nel 1916 la chiamavano “la casa sulla sabbia”. Dalla sua vetrata si scorgevano le arcate del ponte e le acque, allora limpide, del Tanaro. Maggio si mostrava tiepido, nonostante la grande guerra che gelava i cuori d'Europa. Si potevano tenere aperte le porte-finestre e godere della vista del fiume amico.
“La casa sulla sabbia” perché a pochi metri dall'ingresso si erigevano cumuli di diversi metri d'altezza di sabbia dragata dal letto del Tanaro. In quel tempo, quando la gente era povera ma non stupida, si praticava con un certo rigore la manutenzione fluviale. Da un lato per evitare brutte sorprese in caso di pioggia alluvionale e dall'altro per... La casa di sabbia e di nebbia [Il Superstite 162]

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