A proposito del piatto unico nelle mense scolastiche alessandrine


In merito alla vicenda del piatto unico servito nelle scuole dell’infanzia ed elementari, mi preme fare alcune considerazioni al riguardo.
Mia figlia frequenta la 4^ classe presso la scuola Caduti per la Libertà e, in qualità di rappresentante di classe, sono stata informata telefonicamente dall’insegnante il giorno stesso della prima somministrazione del piatto unico.  Una volta verificato con mia figlia il suo contenuto e le modalità del servizio, ho ritenuto che la cosa più intelligente fosse quella di chiedere il giorno successivo informazioni all’Assessore competente Sig.ra M.T. Gotta.   
La Sig.ra Gotta mi ha immediatamente ricevuto spiegandomi che la motivazione di base era stata l’adozione di una scelta educativa tesa ad abituare i bambini ad accostarsi ai vari tipi di alimenti.
Per ottenere questo risultato ci si era avvalsi della collaborazione di un’equipe di medici specialisti che hanno fornito il loro apporto qualificato nel campo alimentare.
Riguardo poi al discorso nutrizionale, ho chiesto e ottenuto un colloquio con la D.ssa Elisabetta Borgini la quale, nella sua veste di medico specialista, ha partecipato lo scorso 3 ottobre alla riunione tenutasi alla Taglieria del Pelo nel corso della quale si sono appunto prese in esame le tematiche relative alla corretta igiene alimentare dei bambini.
Al termine si è provveduto alla redazione di un protocollo che, una volta approvato e autorizzato dal Ministero competente, è stato trasmesso all’Aristor, in modo che quest’ultima potesse tempestivamente adeguarsi alle
risultanza deliberate. Tale linea di intenti  si può sinteticamente riassumere nel fatto che i bambini privilegiano l’apporto di proteine animali rispetto a quelle vegetali, facendo sì che questo vada a discapito di una corretta igiene alimentare, dando luogo nel tempo a disfunzioni organiche tipo l’obesità con le ovvie conseguenze.
Di qui la necessità di variare i piatti con l’introduzione dei legumi i quali sono in grado di fornire un equivalente complesso proteico.
Questo per quanto riguarda le motivazioni che sono alla base della scelta del piatto unico.
Altra cosa evidentemente riguarda il servizio ai tavoli delle mense scolastiche, poiché è ovvio che il pasto vada fornito e servito secondo i criteri definiti dal contratto di servizio.
In altre parole, è indispensabile che gli alimenti siano in condizioni ottimali per il consumo e quindi caldi, conditi e che la frutta sia al giusto punto di maturazione.   Confermo che da parte dell’Assessore è stata formulata la richiesta di espletare i controlli del caso e di provvedere alle opportune segnalazioni qualora il servizio non avesse le caratteristiche concordate.
In questa fase è venuta a mancare una corretta e preventiva informazione verso le famiglie, ma va detto che, in merito alla conferenza dei medici specialisti, era stata data comunicazione alle scuole coinvolte mediante l’invio di una locandina da affiggere nelle bacheche scolastiche; probabilmente tale raccomandazione non è stata accolta con la dovuta attenzione in tutti i plessi interessati.
Questo però non può e non deve inficiare in alcun modo l’operato svolto dall’equipe di esperti incaricata di redigere i menù.   Forse, prima di lanciarsi nella solita strumentalizzazione – per di più prendendo a pretesto la salute dei nostri figli – sarebbe bastato informarsi compiutamente in merito.   Se ho sentito la necessità di farlo io da semplice cittadina e mamma, sicuramente chi ricopre cariche istituzionali avrebbe dovuto sentire il dovere di documentarsi preventivamente.
Il piatto unico potrà piacere o meno, questo è fuor di dubbio, ma almeno si sappia che è stata una scelta di natura alimentare motivata da specifiche analisi dietologiche e quindi, è sì sacrosanto esprimere liberamente la propria opinione, evitando però di metterci sopra il solito cappello politico-elettorale.
Grazie per l’ospitalità.
Roberta Licastro - Alessandria

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