Società: La truffa dei call center. Chi c’è dietro e come possiamo tutelarci? Di Marco Conti – Bergamo
Qualche giorno fa in pausa pranzo ricevo una telefonata. E’ un di quei numeri sconosciuti a cui solitamente non rispondo, ma questa volta faccio un’eccezione perché so che potrebbe essere il corriere che mi avvisa dell’arrivo di un pacco che aspetto da alcuni giorni. Così però non è: mi risponde un sedicente operatore della SEDE CENTRALE DELL’ENERGIA ELETTRICA, che senza darmi la possibilità di parlare colpisce duro dicendomi che la società elettrica di cui sono cliente, ha seri problemi a continuare le sue forniture a Treviglio (dove abito) e che quindi verrò passato in automatico ad un’altra società (mai sentita prima). Chiude il suo lungo e ben studiato discorso, imponendomi di dare subito un ok al passaggio di operatore, per evitare già dal giorno successivo di restare senza corrente.
Ovviamente non ho accettato e sono riuscito a liberarmi, non senza difficoltà, dalla morsa in cui l’operatore mi stava chiudendo con un’aggressività impressionante. Per questa ragione, una volta riattaccato, mi sono posto alcune domande e ho fatto delle ricerche che mi hanno portato ad avere un quadro più chiaro della situazione, e a capire come posso tutelarmi. Ecco cosa ho scoperto:
Quello delle truffe dei call center è un giro da 3 miliardi di euro che ha preso piede soprattutto dopo il covid. La cosa assurda è che a dare il nostro numero a questi truffatori senza scrupoli, siamo noi stessi. Come? Inserendo i nostri dati nei social network che usiamo, oppure quando ci iscriviamo nelle palestre, facciamo preventivi di varia natura o facciamo abbonamenti on-line. La cosa ancor più interessante è che lo possono fare perché è una procedura legale!
Alcune volte, come è capitato a me, si spacciano per operatori della sede centrale dell’energia elettrica, altre come operatori dell’unione nazionale dei consumatori. Chiamano molto spesso da Tirana e anche qui c’è un perché: molte aziende italiane spostano i propri centri di customer service proprio a Tirana, perché i dipendenti parlano bene almeno tre lingue: albanese, italiano e inglese. Per questo motivo, approfittando anche di questo plurilinguismo, molte aziende hanno deciso di spostare le basi operative a Tirana, senza tralasciare il fatto che hanno anche costi più bassi.
Come ci tutela la legge? Dal 27 luglio scorso ci si può iscrivere al Registro Pubblico delle Opposizioni. Tale iscrizione ci permette di essere visibili in un elenco di nominativi che questi call center non possono chiamare. Pena: sanzioni severissime! Sembra che sia sufficiente dire all’operatore di avere effettuato questa iscrizione, per ottenere che riaggancino all’istante perché sanno di essere nell’illegalità. Il modulo per iscriversi è scaricabile a
Problema risolto direte. Invece non è così perché questa iscrizione funziona solo verso quei call center che lavorano nella legalità, ma NON FUNZIONA VERSO I TRUFFATORI! La realtà è che da quelli illegali non siamo tutelati, inoltre sono difficili da rintracciare perché i numeri che appaiono quando ci chiamano, sono fasulli. Provate a richiamarli: la voce registrata vi dirà che il numero è inesistente. Come è possibile? Hanno realizzato un software che maschera il numero reale facendone apparire uno fasullo, e sfuggendo così alla legge e alle app che bloccano le chiamate pubblicitarie.
Come possiamo fare quindi a tutelarci? Semplicemente chiedendo il nome e il codice dell’operatore, da dove chiama e da chi ha avuto i nostri dati.
Inoltre ricordiamoci che se siamo iscritti al Registro Pubblico delle opposizioni, nessuno dei call center regolari ci può più chiamare se non vuole incorrere in pesanti sanzioni.
Visto il metodo molto aggressivo utilizzato nei miei confronti dall’operatore che mi ha chiamato, mi chiedo come possa sfuggire a questa trappola una persona anziana e sola che magari non ha intorno a sé qualcuno che la possa mettere in guardia da questi truffatori, ma soprattutto mi chiedo come possano dei ragazzi (pur disperati che siano) accettare questo tipo di lavoro, sapendo che dovranno ogni giorno “guadagnarsi” da vivere truffando il prossimo…
Marco Conti
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