Poeti: Nico Orengo, Cartoline di mare 1984. Analisi di Elvio Bombonato
Si tengono alla larga
dal mare i fiumi,
ma di vertigine sbandano e
precipitano.
Respinti a riva si estenuano
nella risacca, sognando
l’impossibile risalita.
L’anguilla, che lega il fiume
al mare in nodo di mistero,
d’acqua dolce si fa esempio,
per trascinare ancora e in alto
la sua memoria trasparente.
NICO ORENGO, Cartoline di mare 1984
Lirica di 12 versi piani, di varia misura; ho contato 1 settenario, 2 quinari, 1 ottonario, 8 novenari. Il tema del fiume, che sbocca nel mare, e non può tornare indietro, è frequente nella poesia. Per es. Pascoli in ‘Ultimo sogno’, “Myricae”: ‘Udivasi un fruscìo/ sottile, assiduo, quasi di cipressi;/ quasi di un fiume che cercasse il mare/ inesistente, in un immenso piano:/ io ne seguiva il vano sussurrare,/ sempre lo stesso, sempre più lontano’. Qui Orengo aggiunge un animale interessante e misterioso, l’anguilla, già protagonista di una celebre poesia di Montale.
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