“Finale di partita” al Teatro Elfo Puccini, sala Bausch, Milano – Recensione di Carlo Tomeo, Milano

Teatrino Giullare nella riproposta della sua storica e straordinaria messa in scena di "Finale di partita" di Beckett, vincitrice di numerosi riconoscimenti e premi

RECENSIONE:

Teatrino Giullare, costituito da Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti, ha portato per una breve tournée al Teatro dell’Elfo la sua storica messa in scena del famoso testo di Beckett che gli fece guadagnare, e a ragione, fin dalla sua prima rappresentazione del 2006, molteplici riconoscimenti e premi. Eccoli di nuovo in scena i protagonisti rinchiusi in uno spazio ristretto, claustrofobico, che fa pensare a un bunker in un tempo e in un luogo imprecisati, dalla luce fievole che illumina i loro volti coperti da una maschera che non permette di dare agli stessi un’identità fisica. “La natura ci ha dimenticato”, dirà il primo. “Non c’è più natura” ribadirà il secondo. Tra i due una scacchiera sulla quale sono rimasti solo il re e un pedone che si apprestano a finire una partita della quale si conosce già il risultato. L’anziano Hamm e il suo servo Clov si fronteggiano ai lati opposti della scacchiera muovendo le pedine insanguinate e coperte di polvere, recuperate da un luogo loro vicino e intanto parlano senza comunicare veramente e, specialmente il primo, rivive un passato lontano di cui non si conosce il tempo. Vicino alla scacchiera un bidone della spazzatura dal quale, a tratti, spuntano le mani e le teste di Nell e Nagg, i defunti genitori di Hamm, che reclamano quel po’ di cibo che permetta loro l’illusione di vivere ancora. Hamm è infastidito “Ah, la vecchiaia moderna, non pensa che a mangiare” mentre Clov getta ai due qualcosa e richiude quindi il coperchio del bidone. La partita continua, le pedine vengono mosse sulla scacchiera in modo maldestro, Hamm sa che la sua, il re, è destinata a soccombere e il gioco finirà ma, come scrisse lo stesso Beckett, “Ora nel finale fa delle mosse insensate che soltanto un cattivo giocatore farebbe. Un bravo giocatore avrebbe già rinunciato da tempo. Sta cercando soltanto di rinviare la fine inevitabile”, quella fine tanto temuta e annunciata più volte da Clov il quale troverà poi il coraggio e la forza di realizzarla con la sua partenza.

Teatrino Giullare ha creato una messa in scena atipica di uno delle più complesse commedie di Beckett lavorando su due fronti. Il primo, quello recitativo, fedele al testo, mette bene in evidenza la drammaticità mascherata da dialoghi grotteschi e situazioni proprie del teatro dell’assurdo, del quale il drammaturgo irlandese è stato uno dei capostipiti. Il secondo conduce il dialogo dei due protagonisti davanti a una scacchiera che rappresenta il mondo, territorio all’apparenza conosciuto ma capace di trasformazione a seconda di come si svolge e termina la partita che è giocata dalle pedine mosse dai giocatori. E queste pedine sono le stesse persone in carne e ossa che giocano con le proprie azioni la partita della loro condotta, nascondendosi dietro una maschera che non ne disveli il vero volto e ne permetta l’anonimato. Lo spettacolo, d’alto livello, dalla messa in scena inedita e inquietante, ricca di simboli, è stato accolto da un pubblico numeroso, attento, preparato che al termine ha applaudito a lungo con entusiasmo.

Visto il giorno 2 marzo 2023

(Carlo Tomeo)

TEATRINO GIULLARE

28 febbraio > 2 marzo

Finale di partita

allestimento da scacchiera per pedine e due giocatori

diretto e interpretato da Teatrino Giullare

scenografia e pedine Cikusca, maschere Fratelli De Marchi

produzione Teatrino Giullare

TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano 

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