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Racconti. Alessandria: “Un viaggio indietro nel tempo, nel mio tempo”, di Massimo Usai

 

Prima di scrivere, sono andato a guardarmi la mia pagina Instagram, e l’ho scorsa fino alla prima foto di Londra. Sembra ieri (e a volte invece sembrano siano passati quarant’anni anni) che arrivavo con le mie valigie pieni di sogni e le scatole piene di aspettative. E per quanto abbia detto tantissime volte “non andrò mai via da qui”, ed ora che l’ho fatto qualcosa mi stringe all’altezza del cuore. 

Ho ricevuto tanto in questi vent’anni anni. Spero di avere anche dato qualcosa, ma sicuramente ho ricevuto. Ho conosciuto persone speciali e persone terribili. Ho sperimentato la gioia, ad esempio cantando su una macchina cabriolet aperta. 

Il cielo si apriva sopra di me, correndo senza rispettare i limiti stradali, verso l’Oceano in quel di Brighton, ed ho sentito anche forte la paura di non farcela quando la crisi finanziaria del 2008 ci aveva seriamente colpito. 

Ho visto la mia bambina adorata, dolcissima, trasformarsi nell’adulta, matura e responsabile donna che è oggi. Ho salutato il nuovo me, almeno cinque volte, e sono un uomo completamente diverso da quella che ha lasciato l’Italia alla fine del secolo scorso, consapevole che questa versione di me mi piace molto, nonostante tutto. 

Foto by ©massimousai
Lo so bene che qualsiasi cosa scriva suonerà scontata, retorica, banale, forse anche patetica.

Perché in realtà io le parole per descrivere quello che ho dentro, quelle parole, non le ho. 

Ho tanta gioia, ecco. Sono felice, sia di aver vissuto li, a Londra, una fase così lunga e importante della mia vita, sia di tornare nella mia città, dove ho vissuto la mia giovinezza. Sono felice perché la mia vita italiana mi aspetta. Mi aspettano nuovi amici, mi aspetta perfino un nuovo lavoro. E mi sembra di tornare alle origini della mia vita, con tanto in più da dare, mi sembra di essere tornato diverso, cambiato, mi sembra di essere migliore.

Ho lasciato l’Italia con l’atteggiamento supponente e derisorio che talvolta hanno gli Italiani che si trasferiscono all’estero, quelli che parlano del traffico, della disorganizzazione, della burocrazia, della mancanza di opportunità. Ero una di loro, in pieno, ebbro del sogno anglosassone e delle magie della monarchia. Oggi torno in Italia con profondo rispetto. Consapevole del traffico, della disorganizzazione, della burocrazia e della presunta mancanza di opportunità, ma anche consapevole del potenziale che c’è sotto questo cielo azzurro, della sanità e dell’istruzione pubbliche nonostante tutto meglio di molte altre, dello stato sociale, della profondità delle relazioni, del culto per il bello e il buono. Con la lezione che tra la nostra Repubblica e la loro Monarchia, preferisco di gran lunga la prima.

Mi piace sapere che mia figlia abbia dentro di sé questo Dna da italiana, anche se è rimasta in Inghilterra, che sappia ci sono cose che contano più degli stipendi nella vita.

Tramonto dalla Tate Modern con vista sul Tamigi, il Millennium Bridge e la Catadrale di St. Paul.
Foto di ©massimousai

Mi mancherà Londra? E come potrebbe non mancarmi? La luce e i tramonti, gli spazi culturali gratuiti, la sua metropolitana, i suoi parchi immensi, i concerti e le amicizie nate li, alcune così forti e uniche, fratelli e sorelle che faranno parte della mia vita per sempre. 

Mi mancherà la routine, mi mancherà la leggerezza di una vita facile, sicuramente privilegiata, mi mancheranno le cose fatte sempre in grande. Mi mancheranno gli espatriati come me e condividere con loro le mie emozioni, scrivere delle mie sensazioni su un blog che ho tenuto in piedi per quasi due decenni. Un blog in cui ho scritto appunti, storie e pubblicato le mie foto e che mi ha cambiato, che mi ha fatto capire che ora, da grande, da molto grande, ci poteva essere una nuova svolta, ancora una volta un nuovo io. 

Ho scritto per me, ma anche per quelli, quelli che non si sono mai trasferiti ma avrebbero sempre voluto farlo. Ed ora posso aiutare a scegliere, se farlo o meno.

Chi mi ha conosciuto e voluto bene, lo sa, che il mio posto è ora qui. E sarà felice per me che sono tornato ad Alessandria, dove da bambino sono diventato adulto ed ora che sono uomo, voglio scoprire quello che quarant’anni fa non mi ero accorto d’avere attorno. 

Voglio ripartire da qui e voglio farlo reinserendomi in una ambiente sociale che voglio imparare a conoscere e contribuire con il mio impegno e la mia esperienza.

In primis da fotografo e dopo aver immortalato tanti luoghi importanti nel Mondo, ho deciso di concentrarmi a quello che mi sta attorno, ad Alessandria, al Monferrato e al resto della Regione.

Poi voglio usare il mio amore per le parole, quelle scritte, che mi piace tanto mettere in ordine per creare un’immagine e un’emozione. Scavare dentro un dizionario per trovare la via per scavare dentro me stesso.

Sono ad Alessandria da due mesi e c’è un balcone nella facciata della casa dove abito, che si affaccia su una Piazza che non trova spazio nelle mie memorie di adolescente.

Santa Maria di Castello – Alessandria. Foto di ©massimousai

Una piazza che ho scoperto due anni fa, durante una vacanza che feci qui in città e che da allora me ne sono innamorato, fino al punto che ho preso dimora proprio in un appartamento che ha il suo balcone e le sue finestre che si aprono nello spazio largo e silenzioso che si sviluppa sulla sinistra della Chiesa di Santa Maria di Castello.

Da qui osservo, da qui cerco ispirazione, da qui metto ordine al passato e organizzo il futuro.

Da questo balcone voglio osservare Alessandria, la sua gente, la sua cultura, ma anche guardare il resto del Mondo.

Ecco perché vi chiedo, Signore e Signori, ragazze e ragazzi, di seguirmi, di aiutarmi ad integrarmi, di darmi suggerimenti e di darmi una mano per mettere Alessandria meglio a fuoco al resto dell’Italia e dell’Europa.

Dove potete farlo? Qui, su questo blog, con i commenti in fondo all’articolo, ad esempio, oltreché nei mie spazi personali, sul mio blog e sul mio nuovo business che muove i suoi primi passi proprio in questi giorni.

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