Raccolta poetica: “LE CONSEGUENZE”, del poeta ALESSANDRO MONTICELLI – Biografia. Sulmona (AQ)

 “LE CONSEGUENZE”, del poeta ALESSANDRO MONTICELLI

Alessandria today Magazine è lieta di presentare ai nostri lettori “LE CONSEGUENZE” l’ultima fatica letteraria del poeta e scrittore ALESSANDRO MONTICELLI.

Pier Carlo Lava Social Media Manager Alessandria today Magazine

Note biografiche dell’Autore:

Alessandro Monticelli (1972) nato a Sulmona (AQ) ha pubblicato le raccolte poetiche:

“Medicine Scadute” – Mauro Baroni Editore (Viareggio) – 2004

“Made in Italy” – Edizioni Progetto Cultura (Roma) – 2004

“Favole da un Manicomio” – Il Foglio Editore (Piombino) – 2006 2° edizione 2007

“Concerto di un re minore”e-book – La scuola di Pitagora editrice 2011

“La pelle fragile”e-book -Fontana editore 2014

“Radici in aria”- Lupi editore 2015 

“Le conseguenze”- Bertoni editore 2022

Suoi testi sono pubblicati su diverse antologie e riviste letterarie nazionali e internazionali

<Ellin Selae> <Prospektiva> <Il Segnale><Tratti><Il Monte Analogo> <Inverso> <Gradiva>ecc. ha partecipato a numerosi reading e festival di poesia.

Dal 1999 inizia la sua attività artistica, esponendo nel duo Monticelli&Pagone in Italia e all’estero  in gallerie private e spazi pubblici.

Alcuni Testi scelti

Restare

Restare nelle crepe delle cose 

dove entra la luce 

nelle cicatrici 

dove trovano riparo le verità. 

Restare nel sedimentare e nel redimere 

nell’impossibilità del perdono 

nella forza residua e testarda 

di un antico suono.

Restare in quel vissuto 

intenso, denso, assoluto 

che è l’inizio di ogni cosa 

in chi ti somiglia non negli occhi

Ma nel respiro. 

Restare come destino 

per chi custodisce come reliquie 

avanzi di cibo e di vino. 

Restare per avvertire il petricore

una domenica mattina 

sotto un cielo di teatro e di stupore 

affacciato su questo nulla 

E costretto all’essenziale.

Alessandro  Monticelli

Io ti parlerei

Io ti parlerei di un letto sfatto con l’impronta

Del corpo e del profumo della persona amata

Immerso nelle sfumature della luce

Con le ombre lasciate dalle pieghe del tessuto.

Del frinire delle cicale in una pineta marittima

La ripetizione di un istante 

Un momento nel tempo circolare.

Ti parlerei

Di una finestra piccola

Di una architettura abbandonata all’incuria del tempo

Di una carcassa di roccia

Di unghie dipinte di rosso scarlatto.

Ma non ho voce.

Poiché in un silenzio ancora più infinito

Altrove in una casa di campagna

Nello spogliatoio di una fabbrica 

O in una stanza di mare

Sguardi di uomini e donne

Macerano la pietra e strinano il tempo.

Nella luce visibile del sole e nel suo odore così segreto.

Forse è questo il destino arrivare al traguardo e averne paura.

Alessandro Monticelli

Lenta bellezza

C’è una lenta bellezza

nella solitudine dei primi piani

in un lontano Arcobaleno 

che non ha mai Inizio da qui.

Si indugia a poche fermate di metró 

tra indifferenza e amore 

nell’attesa di un gesto 

che rimetta tutto a posto.

La macchina barocca oramai è denudata 

semplice quasi purificata

nello smarrimento di chi percorre 

grandi strade e chi solo sentieri.

Di sera buio e bellezza 

restano nei nomi 

di chi si incurva per il dolore

e in chi crescendo 

ha imparato a deludere.

Per cena solo Ossi di seppia.

Alessandro  Monticelli

Le risa spensierate degli incolti

Le risa spensierate degli incolti

la bellezza delle cose incompiute 

un libro aperto abbandonato a faccia in giù. 

Al limitare del genere umano si naviga a vista

fino alla prossima tempesta

e si vive nei ritagli di tempo 

spesso in corpi inospitali 

colpiti solo da una linea di luce in una stanza scura.

Fuori di essa basse passioni, miserabili appetiti 

per tutti quegli schiavi che si credono liberi 

e non sanno che più che condividere 

sarebbe meglio moltiplicare 

per chi ai muri preferisce le strade. 

Ma resta l’ansia di essere uomini.

Se vai via ti prego abbi cura di me.

Alessandro Monticelli

Il ragazzo avrà tredici anni

Ma non lo sa.

È alto e biondo e corre

muovendo la testa avanti e indietro 

ogni volta che attraversa il cancello

prima di salire sull’altalena 

e spingersi in alto più forte che può.

L’uomo quieto lo accompagna a fine mattina

Quando il parco è ormai vuoto.

Si siede e lo vede spingersi in alto

senza dire nulla.

Io vado via poco dopo il loro arrivo

E lui mi sorride piano per salutarmi.

Mi allontano, li lascio soli.

L’immobile profondità del mare

Nonostante la tempesta in superficie.

“Ho fame papà!”

“Va bene Artemisia, andiamo.”

L’amore è sempre una strada, mai una destinazione.

Alessandro Monticelli

Letter from home

In questo mutuo disordine gli ultimi istanti di gloria

Permeano i tetti delle chiese, delle moschee, delle sinagoghe.

Prigioni di vetro dalle serrature di sughero

Che custodiscono anime di porcellana di una commedia autunnale.

Altrove in un tempo inedito, nascosto, di luce brulicante tra le foglie

Si agitano insospettati oppositori dello scintillio estivo

Sui sudici sanpietrini romani.

Ma resta in un respiro di pece

L’isolato rumore di passi in una fredda domenica mattina verso casa.

L’odore di legno antico che emana da una mela tagliata a metà.

Che dirti?

Come animale prima che la terra tremi… lo sento.

Ora che vivo in quella casa a pochi passi da Alexanderplatz

E mi tengo ben stretto tutto quello che non conosco.

Alessandro Monticelli

La libellula

(ad Amelia Rosselli)

La tristezza all’orlo delle ginocchia non mi permette di andare avanti.

Così il vento della sera mi spinge verso la radura delle tue inclinazioni

e della giustizia più o meno divina di cui saremo vittime e carnefici.

Infinite schegge di corpi.

Milioni di bottoni penzolanti dalle asole di menti irrequiete.

Il giorno dopo poggio di nuovo il pennello sulla tela bianca

come coltello poggiato sulla carne nuda che provoca ferita

e che profuma d’estate l’eco lontana di una canzone

che mi accingo a cantarti ora che non ci sei più.

Ora che punto la penna al cielo di nuvole

e disegno i contorni di navi e alberi alati

e poco più in basso il profilo del tuo viso.

Alessandro Monticelli


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