Una poesia di Stefano Lazzarotto
Una poesia di Stefano Lazzarotto
O Dio tu che mi donasti ali d’Angelo,
ora mi strappi il pensier d’amor,
ma ora il mio udir
del vento il sibilo,
degli augelli
ascoltar il canto,
dei fiori
il profumo odorar,
tutto,
tutto al di me circondar
osservo.
Leggeri i passi pei campi,
deliziosi il calpestio
onde evitar
dannosi frastuoni,
per essere trasportato,
per di più
essere inebriato
da tanta codesta vita.
Ora che son tornato Uomo,
brama in me la voglia di tornar Angelo.
Perché senza il poter amare che cos’è,
il semplice vivere...?
Stendi il tuo pensier a me o uccidimi
ora qui subito e per sempre....
ora mi strappi il pensier d’amor,
ma ora il mio udir
del vento il sibilo,
degli augelli
ascoltar il canto,
dei fiori
il profumo odorar,
tutto,
tutto al di me circondar
osservo.
Leggeri i passi pei campi,
deliziosi il calpestio
onde evitar
dannosi frastuoni,
per essere trasportato,
per di più
essere inebriato
da tanta codesta vita.
Ora che son tornato Uomo,
brama in me la voglia di tornar Angelo.
Perché senza il poter amare che cos’è,
il semplice vivere...?
Stendi il tuo pensier a me o uccidimi
ora qui subito e per sempre....
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