Intervista all’allenatore dell’Auroracalcio Enrico Talpo

Allenatore esperto e umile
Comincia la nostra avventura nel mondo dell’Auroracalcio,  il primo ad essere intervistato è Talpo allenatore della Prima Squadra, che milita nel campionato di Prima Categoria.
1) Descrivi la tua carriera da allenatore
(A) 1990/1991, allenatore pulcini Derthona Calcio Giovanile;
(B) 1991/1992, allenatore Juniores Nazionale Derthona F.b.c.
(C) 1992/1993, allenatore in seconda prima squadra Derthona F.b.c.;
(D) 1993/1996, allenatore A.S. Castelnovese, Prima Categoria piemontese, girone H;
(E) 1996/1997, allenatore Sporting Fubine, Prima Categoria piemontese, girone H;
(F) 1999/2000, allenatore FQS Olimpia Felizzano (Alessandria), squadra esordienti;
(G) 2000/2001, allenatore FQS Olimpia Felizzano (Alessandria), squadra giovanissimi;
(H) 2001/2002, allenatore U.S. Novese, squadra esordienti e responsabile attività di base;
(I) 2001/2002, allenatore U.S. Nicese, Prima Categoria piemontese, girone H;
(J) 2010/2011, allenatore U.S. Nicese, campionato Promozione piemontese, girone D;
(K) 2011/2012, allenatore Allievi Nazionali professionisti U.S.Alessandria Calcio;
(L) 2013/2014, allenatore Allievi ValenzanaMado.
2) Come mai la tua scelta di allenare è caduta sull’Aurora?
Perché è una società che mi ha chiesto di iniziare un progetto basato su criteri e contenuti che mi appartengono e nei quali credo molto: lavoro, calcio propositivo e non speculativo, organizzazione di gioco, giovani da aiutare a crescere e maturare.
3)Durante la tua carriera qual è la partita che ricordi di più? E perché?
Ce ne sono molte. Forse quella dove conquistammo la salvezza nel campionato di Promozione 2011/2012 con la Nicese. Ero arrivato a dicembre e la squadra aveva sette punti ed era data come morta, sepolta e quindi retrocessa dai cosiddetti coloni ed esperti. Ci salvammo ai play out! Altre partite che mi piace ricordare sono quelle con le vittorie ottenute contro gli Allievi della Juventus e del Torino 2011/2012 alla guida degli Allievi Nazionali professionisti dell’U.S.Alessandria.
4)  Quest’anno la squadra è impronatata sui giovani. Come mai questa scelta?
Per ragioni di budget, di filosofia calcistica, di scelta programmatica e, non ultima, come motivazione, quella di dare continuità al lavoro svolto nel settore giovanile.

5) Quest’anno il campionato si preannuncia interessante. Secondo te quali saranno le squadre che si contenderanno la vittoria finale e perché?
I nomi  sono ovviamente quelli più gettonati. Non conosco nel dettaglio, a parte il Derthona, la rosa delle squadre più blasonate ed è sempre difficile fare previsioni quando sono molte le variabili che entrano in gioco perché, alla fine vince una sola. Poi, come sempre, ci sarà una sorpresa nelle squadre che lotteranno per il vertice; sono curioso anche io.
6) Quali sono le ambizioni dell’Aurora?
Come ho già detto prima, riuscire a realizzare un calcio propositivo ed esteticamente piacevole che metta in evidenza le qualità dei giocatori attraverso il collettivo. Far maturare e porre in evidenza i giovani che hanno motivazioni e voglia di crescere. Essere un esempio e uno stimolo per i ragazzi de settore giovanile attraverso un comportamento e una coesione di gruppo da imitare e infine, rendere orgogliosi dirigenti e appassionati di quello che facciamo.

7) Come è il tuo rapporto con il Presidente Foco?
Con il Presidente ci conosciamo da tempo. Cerchiamo di confrontarci e sostenerci reciprocamente. Parliamo molto, a volte siamo d’accordo, altre no, come tutti. L’importante, secondo me, è il rispetto della persona e il rispetto vicendevole dei ruoli. Abbiamo concordato un percorso, dei principi di gioco e di comportamento. Non è facile,  ma l’aspetto affascinante è costruire, fare. Ormai molti parlano, sempre meno fanno. E’ più facile distruggere o sentenziare.
8) Rispetto a molti anni fa come vedi il calcio dilettantistico?
Nei dilettanti l’onda lunga che è prodotta dal calcio professionistico fa si che le cose succedano anni dopo….. Ora si sta vedendo ciò che nel calcio maggiore si verificava un decennio or sono. Con annessi e connessi. A mio parere si vede un calcio povero che viene giustificato con una serie di luoghi comuni altrettanto poveri. Si crea un circuito vizioso attraverso il quale anziché inserire chi merita e ha bisogno di tempo per esprimersi, si cercano giocatori che arrivano da categorie superiori per fare la “differenza”, oppure gruppi composti da allenatori e giocatori che transumano da una squadra all’altra. Questo impoverisce le esperienze e la qualità del calcio che viene presentato. Oppure, si interpreta come un giocattolo dove chi paga crea e distrugge a proprio piacimento. Il risultato… lo vediamo.
9) Com’era Talpo da giocatore?
Un’opera incompiuta perché un grave incidente a una caviglia a 13 anni scarsi mi ha costretto di fatto ad interrompere la mia esperienza. Questo mi ha fatto stare malissimo perché ho sempre adorato il calcio ed è sempre stata una ragione di vita per me. Nonostante abbia fatto altre cose come atleta, che non rinnego e anzi considero fondamentali per la mia formazione, ho sempre avuto nel cuore anche questa passione. Da lì mi sono sempre interessato culturalmente e storicamente a questo sport fino a farlo diventare oggetto di studio approfondito nell’anno di specializzazìone presso l’U.F.R.A.P.S.  di Lione nel 1994 dove, essendo docente all’I.S.E.F. di Torino, ho conseguito la Maitrise in Entrainement e Performance Sportive.

10) Cosa prevedi nel tuo futuro da allenatore?
Sono “diversamente giovane” e per me è molto stimolante applicare le conoscenze che ho in una situazione non particolarmente facile e agevole. Mi ha sempre intrigato molto riuscire a costruire qualcosa di significativo laddove intorno c’è molta diffidenza e, a volte, ignorante ironia o peggio ancora, pregiudizi. Lo sport ad alto livello ho avuto la fortuna di “respirarlo”, ora è il momento delle cose ritenute da molti, impossibili. Con molta umiltà!

Federica Ghisolfi

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