Destinati a convivere con l’illegalità


13/08/2015
Le morti causate da «sballo» hanno acceso un serrato dibattito sulle ragioni che spingono i giovani ad assumere certe sostanze. Concordo con chi sostiene che con il proibizionismo non si risolve il problema. Quello che però quasi nessuno si chiede è perché non si possa evitare che circolino almeno le sostanze più pericolose. 
Trovare i pusher non è difficile, agiscono alla luce del sole, basterebbe volerlo e da loro si potrebbe risalire agli organizzatori. C’è solo un problema: questi traffici fruttano soldi, tanti. È difficile ammetterlo, ma con l’illegalità dobbiamo convivere, lo certifica anche il fatto che adesso le attività criminali vengono inserite nel calcolo del Pil. Mai come ora è valido l’antico detto che il «denaro non puzza».
Mauro Chiostri
La Stampa

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