Poste italiane se ne va in Cina
by infosannio
(Il Sole 24 ore) - Pechino si prepara a entrare nel capitale di Poste Italiane in occasione dell’Ipo che dovrebbe prendere il via il prossimo 12 ottobre. Secondo il Sole 24ore c'è un fondo sovrano cinese pronto a rilevare una quota tra il 2 e il 5%. Si tratterebbe di China Investment Corporation oppure People’s Bank of China (presente quest’ultima nel capitale di molte società italiane, come Eni ed Enel), entrambi attratti dalla possibilità di prendere una quota della società dei recapiti. Intanto la prossima settimana a Milano ci sarà il vertice dei 34 maggiori Sovereign Funds mondiali insieme al Fondo strategico italiano. Stando al Sole 24 ore la crisi cinese ha invogliato i fondi a investire all'estero
La motivazione del fondo cinese sarebbe più elevata rispetto all’apprezzamento manifestato da fondi sovrani di altri Paesi (arabi o nordeuropei) anche in considerazione della crisi che sta attraversando ora
la Cina. L’esplosione della bolla speculativa sul mercato mobiliare locale sta spingendo i capitali cinesi fuori dai confini nazionali alla ricerca di rendimenti interessanti e di lungo periodo. Questa logica guida anche i fondi sovrani del paese. La liquidità da investire in questo momento è abbondante e gli investitori sono alla ricerca di asset affidabili e redditizi.
Sempre secondo il Sole, la Cina è attratta da Poste Italia perché è un asset stabile, solido e affidabile
La privatizzazione di Poste Italiane, con il suo valore simbolico anche in termini di capacità dell’Italia di mantenere gli impegni e di avviarsi verso una crescita stabile, costituisce – si legge su “Il Sole 24 ore” – uno degli obiettivi privilegiati sia per i fondi sovrani che per i fondi long term, soprattutto i grandi fondi pensione americani. Ma a una condizione: che la politica dei dividendi sia convincente. In quali termini? Deve avere quelle caratteristiche di sicurezza e redditività che, ad esempio, può esprimere un business regolato come il settore delle utility. Dunque, una cedola stabile e un dividend yield (ovvero il rapporto tra il dividendo per azione e il prezzo dell’azione) che sia nel range del 3-5 per cento. Poste Italiane alzerà il velo sulla remunerazione che intende garantire agli azionisti per il prossimo quinquennio nel prospetto informativo. Nelle prossime due settimane sarà serrato il confronto con l’azionista ministero dell’Economia per definire la politica dei dividendi.
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