Il regno dell’insonnia, Fati Bellati
Il regno dell’insonnia, Fati Bellati
È pìù lunga la notte per le ferite
nelle assenze ritrovate dinnanzi
smerigliate dei tramonti sbiaditi
nell'ansia che non vuole soffrire,
lentamente muore sulle mie mani
in quest'urlar si dilaga senza fine
per i solchi arati e cupe armonie.
Mi disegno nel buio sfolgorante,
poi di nuovo una sera dolente
nelle profondità
dell'impeto
male.
Nulla avvolge il dolore che rimasi
sperduto regno in cui mi frastorno,
non consola nel petto un richiamo
nella stagione crepuscolare m'arde.
Il regno dell'insonnia.
Fati Bellati
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