"Muti passaron in quella notte i fanti" di Cesare Moceo


"Muti passaron in quella notte i fanti" di Cesare Moceo

"muti passaron in quella notte i fanti"
Non lasciar solo il mio cuor
Felicità
tra le albe calde del tuo cielo 
e il freddo andare del mio passo lento
E nei tramonti d'ogni 'oggi' 
carichi di smunti volti e cuori inariditi
sciogli il mio canto dal tuo abbandono
accetta le mie parole
in questo giorno magico e mariano 
foriero di caldi ricordi
e siano esse 
corona che ti cinga come allor di premio
Ai versi
affido il mio ondeggiar tra i flutti
acqua azzurrata di vita 
e di chiaro fascino ipnotico
emozioni vissute al di là dei naufragi
capitane d'orgoglio e di passioni 
tra le onde lucide di commozione
lacrime di sale e d'umanità
sgorgate da dolci parole a cercar me stesso
e dentro cui alacri impressioni di conforto
contemplano distese di sensazioni
confessate alla Verità senza alcuna vergogna
E rimango qua tra queste onde
con gli occhi accesi di speranza
e la mente
persa nei sussurri d'un gabbiano che piange il suo cibo
Cesare Moceo poeta di Cefalù 
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