MARINA DI PISA, DI STEFANIA PELLEGRINI
Lasciatemi l’animo fanciullo
e le ore leggere
bevute sull’armonia delle strade
lasciate che la mente ritorni
a bagnarsi la pelle.
Di quei tramonti i tremori nascosti
le sonorità confuse
di una voce spensierata
imbevuta nell’ala del vento
tra odori pungenti
d’alghe marce e ragia di pini.
Poi quell’acqua d’Arno
colma d’umori torbidi
che va sposando il mare alla foce
e affiora suoni passati ad altri tempi
sulle tracce dei miei cari
dei compagni d’allora.
Le lampare sul mare al largo di notte
a sperare su magri raccolti.
Di sudori di braccia
a ricordarmi
sulla pelle della mia gente
la voce d’un tempo
che non è più.
Stefania Pellegrini
(dalla raccolta "Isole" END Edizioni)
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