Scandalo rifiuti: altre intercettazioni sull’attività della discarica di Novi Ligure
Alessandria
(Andrea Guenna)
La nostra inchiesta sulla truffa dei rifiuti
in provincia va avanti. Tratta di una vicenda strana, coperta un po’ da tutti
per anni (almeno 4), come è strano l’atteggiamento dei reggitori della cosa
pubblica, di destra e di sinistra non importa tanto sono ormai la stessa cosa,
che cascano dalle nuvole nonostante che gli arrestati e gli indagati siano
stati messi al loro posto da loro o dai loro amici.
Ma cerchiamo di riassumere cos’è successo.
Con documenti legali sulla carta, ma utilizzati
illegalmente per ridurre al minimo i costi e aumentare a dismisura i guadagni,
alcune aziende del Nord operanti nel settore rifiuti, fra le quali le
alessandrine Aral Spa ed Srt Spa, secondo gli inquirenti bresciani che si
avvalgono della preziosa collaborazione dei carabinieri del Noe di Milano,
avrebbero smaltito rifiuti senza lavorarli a norma di legge ma semplicemente
trasferendoli tali e quali da una discarica all’altra per poi “tombarli” con
grave pregiudizio della salute dei cittadini. Ma anche con enormi risparmi di
gestione.Agli arresti domiciliari sono finiti, per ora – ma si prevedono altri
fermi a breve – due soggetti con l’accusa di traffico illecito di rifiuti,
mentre sono 33, per ora, le persone indagate a vario titolo, anche per il reato
di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti.La custodia
cautelare è scattata per l’imprenditore lombardo dei rifiuti Paolo Bonacina e
per il responsabile tecnico dell’impianto Aral di Casteceriolo, Giuseppe
Esposito.Tutto è iniziato con l’incendio alla Trailer Spa di Rezzato nel 2014
in forza del quale si scoprì che in quello stabilimento erano state stoccate
illecitamente mille tonnellate di rifiuti solidi urbani provenienti da impianti
campani. I carabinieri del Noe individuavano subito un filone che riguarda lo
smaltimento illecito di rifiuti, stavolta da Sud verso Nord.Grande regista di
tutta la vicenda sarebbe proprio l’imprenditore lombardo Paolo Bonacina in
stretti rapporti commerciali con Herambiente, A2a Ambiente, Linea Ambiente e
con Aral, per quest’ultima tramite Ezio Guerci. Il trattamento dei rifiuti,
secondo il pm bresciano Sandro Raimondi avveniva senza le autorizzazioni
necessarie, né i macchinari richiesti: in realtà si limitava al classico “giro
bolla” che prevedeva il cambio dell’etichetta dei rifiuti. Lo stesso trucco
usato nei trattamenti nello stabilimento di proprietà di Aral a Castelceriolo.La
fase successiva era lo smaltimento, per cui l’immondizia finiva agli inceneritori
sparsi in Lombardia, tra cui quello di Brescia gestito da A2a o in discariche
in Piemonte, come il sito Aral ormai esaurito di Castelceriolo che non poteva
più ricevere rifiuti. Continua a leggere……
Commenti
Posta un commento
Grazie per il tuo commento torna a trovarci su Alessandria post