Le dimissioni di Cattaneo, gli scontri continui con Vivendi e l’ipotesi del triumvirato
Bernabè e Recchi
garanti. Il ruolo di de Puyfontaine e le voci sul manager israeliano Genish. Il
nodo del controllo della rete
Lo scontro con il ministro dello Sviluppo economico,
Carlo Calenda sulla banda larga potrebbe essere stato solo un pretesto, alla
luce dell’accelerazione impressa all’uscita di Flavio Cattaneo da Tim. Il
manager si era presentato da solo il 28 giugno in audizione alla Camera e aveva
attaccato frontalmente il piano del governo per la banda larga, i bandi
Infratel, il ruolo di OpenFiber. «Parole gravi e inaccettabili» aveva risposto
a stretto giro il ministro, auspicando per il futuro l’utilizzo «nei rapporti
con il governo, un linguaggio consono». Considerando che, da quando è diventata
azionista del gruppo telefonico, Vivendi non ha mai trovato un particolare
feeling con Palazzo Chigi, non c’era certo bisogno di alzare altra polvere.
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