Tutta gente che non ha paura della giustizia. Né quella di dio al quale fa finta di credere. Né quella degli uomini che fa finta di rispettare.


Alessandria: Questa considerazione la trasmettiamo a quei pochi che riusciamo a raggiungere. A quelle 12.500 persone che raggiungiamo tramite queste pagine, i blog, la mailinglist, facebook, google+, twitter. A moltissimi, soprattutto alle vittime, ammalati e parenti dei defunti, appare eccessiva la tolleranza della Presidente della Corte di Assise di Alessandria nei confronti della difesa Solvay. Non basta in aula lo sfoggio, l’ostentazione di ricchezza, di onnipotenza, di prosopopea, di mezzi tecnologici, di avvocatoni, consulentoni, portaborsoni, tirapiedoni. Si aggiunge lo stravolgimento del dibattimento processuale che si protrae con interminabili monologhi di consulenti che consulenti non sono, ma avvocati aggiunti, che leggono vere e proprie arringhe preparate dagli avvocati. Prendiamo l’arringa di Patrizia Trefiletti. Trefiletti è presentata come consulente, tecnico, scientifico. Invece approfitta di questa veste di consulente, che non è sottoposta a giuramento, per scagliarsi a colpi di “sentito dire” in un tentativo di demolizione contro Francesco Ammirata che invece, lui sì, aveva deposto come teste, cioè aveva giurato di dire la verità. Ammirata aveva indagato e dimostrato che Solvay aveva occultato e manipolato i dati ambientali compromettenti. Invece Ammirata avrebbe mentito, secondo l’avvocata Trefiletti. Ammirata, maresciallo dei Carabinieri del NOE!! Eppoi una vigliaccata attaccare uno che non può replicare: Solvay aveva avuto la possibilità di controinterrogare il teste Ammirata. Una vigliaccata già utilizzata nei confronti di Giuseppina Pavese.
Non sapremo mai quanto e a quale titolo è la parcella di Trefiletti. Né sapremo quella di Vincenzo Francani, che ci avvicina per questo dialogo. Avete mica bisogno di un consulente come Medicina democratica? Guardi che i consulenti di Medicina democratica lavorano gratis. Non è poi che Solvay paghi così tanto. Perché, ha bisogno di soldi? Non le basta la sontuosa pensione? E’ ancora qui a 75 anni per guadagnare la pagnotta in questo modo? Non farebbe meglio a dedicarsi a fare del bene, nel volontariato c’è tanto posto. Al limite, a fare il consulente gratis per quelli che sono ammalati e morti di tumore grazie ai suoi clienti.
Questo dialogo di sputtanamento è avvenuto quasi in privato. Mentre quello di Fabio Colombo è stato
celebrato in pubblico. Ha provveduto Carlo Sassi, l’avvocato di Ausimont, per ritorsione allo sputtanamento della teste Chiara Cataruzza. Per la serie “Ladri di Pisa”. Sassi, interrogandolo come faceva Perry Mason, gli ha fatto confessare di spacciarsi per consulente scientifico indipendente mentre è un azionista di Environ a libro paga di Solvay. Colombo è diventato bianco come un cencio, balbettante, non era più lui brillante e piacione, affetto dalla “sindrome Berlusconi” di chi vuole fare il simpatico a tutti i costi e finisce per risultare antipatico (è di quelli che in compagnia tiene banco per i primi dieci minuti, poi tutti lo evitano). Alla prossima udienza è previsto il suo decimo intervento. Bastaaaa. E’ un martirio per quelli (come i giurati) che sono lì gratis. Per ripetere cosa? Che Solvay non ha fatto interventi di messa in sicurezza perché gli Enti locali pretendevano di più, dunque li rifiutavano? Per sentire il Pubblico Ministero ripetergli di nuovo che le aziende sono obbligate per legge senza attendere nessuna autorizzazione? Ormai lo staff Colombo si ingarbuglia talmente (quando non legge i testi degli avvocati) che sconvolge ogni logica, affermando tutto e il contrario contemporaneamente: che Solvay era ignara dell’emergenza, anzi non c’erano ragioni di emergenza, anzi ha presentato interventi di emergenza, anzi gli Enti locali li hanno rifiutati, anzi allora dovevano farli loro, anzi ben venga l’alto piezometrico che non è reato anzi più perdite di acqua ci sono e meglio è che lavano i terreni inquinati, anzi le barriere idrauliche dunque non servirebbero, anzi ne aumenteremo il numero, anzi l’acqua è potabile, anzi allora perché mai dovremmo spendere soldi per la bonifica. Che confusione. Che sia questo il loro fine? Cosa aggiungerà Colombo quando gli riveleranno che la legge vieta la diluizione dei veleni?
Infine, come un fossile che riemerge dal Giurassico, Francesco Messineo, una lunga carriera nei reparti cancerogeni di Montedison, è costretto a leggere l’arringa dell’avvocato, il quale, dimenticando che Messineo dovrebbe sembrare un consulente scientifico pur non sottoposto al vincolo di giuramento, gli mette in bocca addirittura il proscioglimento dal capo di imputazione (dolosa omessa bonifica). Non tocca a lei dirlo: lo rimbrotta la Presidente. Ad ogni modo Solvay, suo tramite, piagnucola ammucchiando inverificabili numeri su numeri che ha speso un mucchio di soldi per fare manutenzione alla fabbrica. Senz’altro per lei sono un mucchio perché non avrebbe voluto spendere una lira ed è stata costretta dalle contingenze penali. In realtà sono ben pochi i soldi spesi: basta leggere sui giornali i pezzi di impianti che continuano ad esplodere mandando gas all’aria e lavoratori in infermeria e all’ospedale. Basta vedere i dati aria-acqua fuorilegge che Claudio Lombardi, assessore all’ambiente, ha appena portato a conoscenza delle Commissioni.
Lino Balza
MEDICINA DEMOCRATICA 

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