Serie TV. Mare fuori. Un mare di speranza, tra vite spezzate e voglia di riscatto, di Cinzia Perrone

 

Li abbiamo visti trionfanti sul palco dell’Ariston all’ultimo festival di Sanremo. Sono i ragazzi del cast di “Mare fuori”, la serie televisiva di Rai fiction arrivata alla terza stagione, divenuta quasi un cult, un fenomeno mediatico che ha già collezionato un “mare” di visualizzazioni su Rai Play.

Quale il segreto di questo successo?

Anche io sono stata catturata dalla visione di questa serie e provo a rispondere a questa domanda dal mio punto di vista.

La serie racconta le vicende dei detenuti dell’immaginario istituto di pena minorile di Napoli, liberamente ispirato al carcere di Nisida, vicende che si intrecciano con quelle del personale penitenziario. Le narrazioni sono infarcite di continui flashback, che ci mostrano anche la genesi di ogni personaggio, che sia detenuto, guardia o educatore. La storia che li ha portati in quell’istituto, le scelte prese e le strade imboccate, provando a scavare in quelle che possono essere state le motivazioni che li hanno condotto a quel punto. A volte solo fatti più grandi di loro in cui si sono trovati loro malgrado, altre volte bravate evitabili, altre volte ancora solo accettazione di un “sistema” che sembra attraente ma che in realtà ti logora e basta. Un sistema che va solo combattuto, ribaltato con tutte le sue odiose regole, un sistema che distrugge, anche chi ne fa parte.

La speranza è proprio quella di poterlo sconfiggere questo sistema, grazie alla riabilitazione anche di uno solo di questi ragazzi, perché come ha detto Carolina Crescentini, che interpreta il ruolo della direttrice del carcere, ospite a Sanremo insieme a una rappresentanza del cast, “ogni essere umano ha diritto a una seconda possibilità”.

Forse al pubblico piace questa speranza di redenzione, in fondo tutti abbiamo qualcosa da perdonarci e da farci perdonare meritando una seconda possibilità. Anche se non si tratta di reati. E poi la rassegnazione verso qualcosa che dobbiamo rifiutare e lottare con tutte le forze ha stancato. Non dobbiamo accettare la logica che tutto è già tracciato e che non c’è possibilità di scelta. Una scelta, anche se difficile in certi contesti, c’è sempre; si deve cercare, meglio se con l’aiuto di qualcuno, magari come il personaggio di Massimo, il comandante dell’istituto per il quale i ragazzi diventano anche figli da salvare.

In più non manca il sentimento, storie d’amore e d’amicizia, capaci di sbocciare anche in una prigione, perché l’amore, che è quello che muove tutto, non conosce né sbarre né cancelli; a volte siamo solo noi che lo imprigioniamo, dentro noi stessi.

Mare, amore, speranza e libertà: queste forse le parole chiave che hanno contribuito a questo successo. Il male purtroppo esiste, ma per una volta c’è qualcuno che ci dice che può essere combattuto, invece di considerare tutto e tutti perduti senza nessuna possibilità, dimenticando che esistono tante persone volenterose e coraggiose, che non la pensano così, e passano la vita a illuminare le strade dei perduti, a volte riuscendo a farli ritrovare.

La notizia è stata confermata, ci sarà una quarta stagione, direi ovviamente, con nuovi episodi pieni di colpi di scena. Non ci sarà molto da aspettare, gli attori torneranno presto a Napoli. Il primo ciak è previsto tra maggio e giugno 2023 e le nuove puntate potrebbero arrivare già a primavera del 2024.

Io penso che non sarà neanche l’ultima. Stay tuned.

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