Racconti: Vicolo di Napoli, interno di una chiesa, Rosi Brescia
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Vicolo di Napoli, interno di una chiesa.
La Madonna dai sette dolori era lì, al lato dell’altare, nella sua nicchia.
Le candele accese e smoccolanti rendevano l’aria densa e calda, nonostante il freddo pungente.
Addolorata, o Dina come tutti la chiamavano, strizzò la pezza nel secchio colmo d’acqua sporca e si drizzò stiracchiando la schiena.
Non girò lo sguardo verso la Vergine lassù, no, era troppo arrabbiata con Lei!
Poi, ripensandoci, si avvicinò.
Sapeva di essere sola.
La quarantena aveva svuotato strade e chiese ma Dina continuava nel suo servizio settimanale di pulizia, lì nella chiesetta del quartiere.
Si guardò comunque intorno.
“Tu o’ssapiv” cominciò furiosa puntando gli occhi sul Volto pallido “O’ssapiv e nun è fatt niend. Quante lacrime, quanti progetti, tutti buttati a mare! Brava brava, t’facc n’applauso!”
Improvvisamente, chissà da dove, ma precisamente in quell’istante, lontana eppure netta:
“Pienz a’salut!”
Dina ammutolì, guardò in alto il Viso esangue sapendo bene che non era stata Essa.
Una calma poco prima impossibile prese corpo e scese dentro di lei.
Già…
”Pienz a’salut!”
Tutti lo dicevano “state a casa” e “andrà tutto bene”.
Per la salute di tutti ed anche per la sua.
Si ribellò ancora ma, quasi rassegnata.
“Tu o’ssai quello che à fà. E va bè, crediamoci. Ma, arricuordete, io sto cà, t’ veng semb a’truvà, p’té ricurdà é mé!”
Si segnò frettolosamente, portò via il secchio d’acqua lurida poi, in ultimo, prese il cappotto lasciato in sacrestia ed andò via.
Era quasi uscita quando ritornò sui suoi passi.
Davanti alla statua della Madonna mise una moneta da un euro nella cassettina delle elemosine, accese una candela che, fiera, fece arrivare la fiamma ad illuminare il Dolce Volto chino.
“P’te ricurdà e ‘mé!”
E uscì.
RB©
S. Eligio maggiore a Napoli
P.S.
Un raccontino scritto tempo fa, per farmi conoscere.
Sono una narratrice, 3 romanzi pubblicati, e la voglia di continuare a raccontare.
Rosi Brescia
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