Forza Italia, Fabbio: Alessandria era già in condizioni di dissesto dal 2007
by Pier Carlo Lava
Alessandria: Intervista a Piercarlo Fabbio consigliere comunale e Capogruppo di Forza Italia nonchè ex Sindaco, sulla sentenza della Corte dei Conti sezione giurisdizionale, che ha recentemente accertato le origini del dissesto, queste le sue risposte alle nostre domande:
Fabbio, la sentenza della Corte dei Conti di Torino sezione giurisdizionale ha assolto lei, la giunta e tutti i consiglieri comunali dall’accusa di aver determinato il dissesto del Comune di Alessandria, come commenta questa notizia?
Inutile dire che sono soddisfatto. Un’intera classe dirigente di centrodestra è stata mallevata da un’accusa grave, quella di aver procurato il dissesto nel Comune di Alessandria con le proprie azioni. Escluso questo si può cominciare dopo tre anni a ragionare sul futuro di Alessandria con paritetica dignità politica.
Rimane però il fatto che per danno erariale al Comune di Alessandria sono stati ridotti i trasferimenti ora dopo questa sentenza che succede?
Il danno erariale lo paga chi lo ha eventualmente prodotto, cioè coloro che al termine dei gradi di giudizio verranno individuati come responsabili. E quindi il Comune non perderà nulla. Casomai vi è da dire che non ho mai visto far pagare agli amministratori il costo dello sforamento del patto di
stabilità, se non per la parte che loro compete (il 30% in meno delle indennità e dei gettoni, regolarmente pagati). Si vede che Alessandria non è in Italia, ma nella terra di mezzo. Ma questa è vicenda ancora in divenire. E oggettivamente assai più circoscritta.
Diciamo che lei aveva ereditato la nave del Comune di Alessandria con una grossa falla risalente nel tempo, cosa almeno in parte nota, ma proprio per questo non sarebbe stato meglio prenderne atto subito e rimanere in porto per riparala, anzichè continuare immediatamente a navigare come se niente fosse?
Il debito aggiuntivo di Scagni su Calvo fu di 125 milioni di euro. Lo sapevamo e cercammo di evitare di fermare la città con un dissesto che nel 2007 ci stava, ma non serviva a nulla. La situazione migliorò, poi arrivò una seconda crisi non prevedibile e ci toccò navigare a vista. Ma sempre mantenendo un atteggiamento anticiclico. Chi ha fatto diversamente ha ucciso la città. Noi abbiamo preferito resistere in attesa di tempi migliori e utilizzando una parte dell’immenso patrimonio del Comune che era allora di circa 540 milioni di euro. Quindi largamente capiente per sanare un debito di 46 milioni, che proprio noi abbiamo fatto emergere e sul quale incidevano una ventina di milioni di eventuali debiti fuori bilancio che il Consiglio Comunale attuale non riconobbe. Ciò vuol dire che le nostre previsioni erano pessimistiche.
Alla luce di questa sentenza come sono cambiate e quali sono le sue prospettive politiche?
La sentenza mi ridà serenità e fiducia. Quanto alle prospettive politiche non spettano a me, ma ai miei concittadini. Sono loro che mi devono dire se continuare nel servizio alla comunità oppure fare altro. Fornero a parte, perché non pensare intanto a mettere a disposizione la mia esperienza verso le nuove leve dell’amministrazione pubblica?
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