Perché fare una perizia statica ad un ponte indistruttibile?
Alessandria
(Andrea Guenna)
Su un sito
locale ho letto un articolo da cui si deduce che qualcuno dei dirigenti di
Palazzo Rosso (la città è ormai in mano loro) abbia sollecitato una perizia
statica approvata dalla precedente giunta per il ponte della Cittadella che
raggiunge Porta Reale, ponte di cui qualcuno (in palese malafede) pensa che
possa essere insicuro. Infatti in quell’articolo c’è scritto che è stata
assegnata una perizia per stabilire se il manufatto settecentesco sia o meno
agibile attraverso una verifica statica “indispensabile per la migliore
salvaguardia della pubblica incolumità, nell’esercizio delle attività che le
derivano dalle proprie competenze istituzionali di Gestione del Compendio
Cittadella, senza la quale (verifica) non vi è certezza della portata del ponte
di cui trattasi, con gravi difficoltà operative per ingresso ed uscita dei
mezzi quali camion, autovetture, cingolati, ecc…”. Per questo motivo sarà dato
incarico ad un tecnico, di cui non si conosce ancora il nome, che costerà
13.000 euro. Siamo al delirio. Infatti se c’è un ponte indistruttibile e di una
robustezza assoluta è proprio quello di cui si tratta, che vivrà millenni come
il Colosseo, fatto di mattoni pieni, duri come pietre, con arcate massicce, sul
quale fino a poco tempo fa passavano incolonnati i carri armati del nostro
esercito (Leopard, M 47, M 60 ecc.). L’unica cosa da fare è pulirlo bene e
liberarlo dalle erbacce. Niente di più. Ma essendo in Alessandria, il dubbio
che qualcuno pensi alla sua demolizione con la scusa che è pericolante si
insinua con forza nei miei pensieri e ricordo quando si diceva che il Ponte
Cittadella era da abbattere perché faceva da diga al Tanaro (balla ciclopica)
ed era pericolante (balla triciclopica) per cui è stato demolito per costruire
un ponte buono solo per le foto promozionali delle auto della Fca. La paventata
demolizione del ponticello di Porta Reale potrebbe costituire uno degli ultimi
colpi dei soliti noti che stanno letteralmente spolpando la nostra povera città
tra il disinteresse generale.
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