Cretinetti non era cretino, come credono i cretini

Henri André Augustin Chapais nacque a Le Havre il 22 febbraio 1879. Morì a Parigi il giorno di san Francesco, il 4 ottobre 1940, quando ormai la seconda guerra mondiale imperversava in tutta Europa.
Dopo aver frequentato il liceo a Nizza, intraprese la carriera di cantante e acrobata circense. Come cantante non ebbe successo, ma come acrobata e macchietta sì.
Entrò in contatto con il grande Georges Méliès che lo assunse per conto della casa cinematografica Pathé; ed esordì nel 1901, interpretando alcuni cortometraggi, sia pure in ruoli secondari. Non era ancora Cretinetti. Lo sarebbe diventato ben presto, perché non era affatto cretino.
A partire dal 1906 interpretò una serie di cortometraggi come protagonista nel ruolo di Boireau, uno strepitoso personaggio da lui stesso creato. Divenuto il comico di punta della Pathé, nel 1908 si trasferì in Italia, dove venne assunto dalla Itala Film di Torino e dove incontra l’attrice Valentina Frascaroli. Non si sa bene se l’amasse veramente; ma non è possibile entrare nel suo cuore e nel suo animo per sapere cosa facesse di notte con quella donna che poi, a dispetto di tutti, divenne sua moglie.

Per il cinema muto italiano interpretò quasi 100 cortometraggi, dal 1909 al 1911 e dal 1915 al 1920; divenne popolare in tutta Europa. Prima di lasciare l’Italia progettò un dirompente lungometraggio; nel 1920 completò la prima parte: Il Documento Umano. Nel 1921 la seconda: L’uomo meccanico. Il tema è quello del fantastico-fantascientifico, con il tema di un robot indistruttibile che finisce però solo per creare danni, un po’ come uno sfigato ferrarese che per fortuna si è tolto definitivamente dalle scatole. L’ultima parte di questa trilogia si sarebbe dovuta intitolare Gli strani amori di Mado. Chissà perché non ebbe modo di realizzarsi.
Ecco un suo cortometraggio, del 1910: Le delizie della caccia.
Ritornò definitivamente in Francia agli inizi degli anni venti, ma ottenne raramente ruoli da protagonista. Ormai da qualche anno il genere comico era in crisi e imperversava il vento glaciale dei nazifascismi. Provò a interpretare la parte di un barista ma senza risultati apprezzabili. La sua partecipazione a Le Nègre du Rapide N. 13 di Joseph Mandement è però da segnalare per l’ottima qualità del film di stampo libertario e antirazzista.
La successiva introduzione del cinema sonoro aggravò ulteriormente il declino della carriera artistica di Deed; recitò solo piccole parti in una sparuta quantità di film scadenti. Dal 1936 in poi interrompe anche queste sporadiche apparizioni e persino la sua morte passa quasi del tutto inosservata ed erroneamente segnalata da André Siscot come avvenuta nel 1938. In realtà documenti ufficiali attestano senza ombra di dubbio al 4 ottobre 1940 la data del decesso.



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