"L'assassino cieco", Margaret Atwood
recensione di Miriam Donati
Perché si scrive?
Margaret Atwood ne ha dato una risposta condivisibile ne "L'assassino cieco"
"Perché vogliamo con tale ostinazione commemorare noi stessi?
Perfino quando siamo ancora vivi. Desideriamo affermare la nostra esistenza, come i cani che fanno la pipì sugli idranti antincendio. Mettiamo in bella mostra le nostre fotografie in cornice, i nostri diplomi di pergamena, le nostre tazze placcate argento; mettiamo i monogrammi sulla nostra biancheria, incidiamo i nostri nomi sugli alberi, li scarabocchiamo sulle pareti dei bagni pubblici. È sempre lo stesso impulso. Cosa speriamo di ricavarne? Approvazione, invidia, rispetto? O semplicemente attenzione, di qualunque tipo riusciamo a ottenerne?
Come minimo vogliamo un testimone. Non sopportiamo l’idea che alla fine le nostre voci tacciano, come una radio che si sta scaricando."
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