La confraternita delle ossa di Paolo Roversi
recensione di Lina Iannone
Ho appena finito di leggere La confraternita delle ossa di Paolo Roversi. Bellissimo thriller ambientato in una suggestiva Milano:
“Dalla Centrale avevo percorso tutta Via Vittor Pisani per poi immettermi in via Turati e quindi risalire via Manzoni sino a Piazza della Scala, attraversare a bocca aperta la galleria e sbucare davanti al Duomo. Quel giorno mi ero innamorato della città. Caotica, frenetica, viva.”
Enrico Radeschi arriva a Milano dalla provincia, il motivo è un colloquio di lavoro con il direttore di un giornale. L’incontro avviene nella storica e lussuosa pasticceria Sant’Ambroeus, a pochi passi dal Duomo. Mentre i due si confrontano e scontrano, in Piazza Mercanti si consuma un delitto.
Il cadavere, di un noto avvocato milanese, giace all’ombra della colonna con l’effige della scrofa lanuta. Siamo tra Natale e Capodanno e la città è affollata e frenetica, ciò rende ancora più difficile trovare un indizio, se non fosse per uno strano simbolo tracciato con il sangue a terra.
Mancano pochi giorni allo scoccare della mezzanotte e all’arrivo del nuovo anno, il 2002, con la novità dell’euro e molti eventi drammatici alle porte.
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