La Regione Marche predilige prodotti senza olio di palma nelle mense scolastiche e viene subito diffidata

L’Unione dell’olio di palma sostenibile colpisce ancora. Pochi giorni fa la santa alleanza delle grandi multinazionali del settore alimentare ha mandato una lettera di diffida alla Regione Marche per chiedere di cancellare un suo provvedimento. Ma quale mostruoso crimine avranno compiuto nelle Marche?
Durante la discussione del piano per il diritto allo studio 2017/2019, il consigliere M5S Giovanni Maggi è riuscito a far approvare un suo emendamento che stabiliva la necessità di fornire le mense universitarie di prodotti di elevata qualità, anche cercando di “prediligere prodotti non contenenti olio di palma”.
Ed ecco quindi la motivazione di questa offensiva legale. Nelle Marche si sono permessi di affermare che l’olio di palma rientra nelle materie prima di bassa qualità e che quindi andrebbero preferiti i prodotti che non lo contengono! Poco importa, e non è certo la prima volta, che la presenza di questo grasso tropicale onnipresente (anche se oggi un po’ meno grazie alle campagne di sensibilizzazione) venga considerato un indicatore di bassa qualità.
Poco importa che ci siano fior di studi e ricerche che testimoniano la criticità di questo rapporto per la salute e per l’ambiente.

Per la santa alleanza sono tutte bufale! E per supportare la sua tesi, si focalizza su un singolo rapporto, quello dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), letto però in maniera decisamente tendenziosa. Basta leggere una singola frase di questo report per capirlo:
«La letteratura scientifica non riporta l’esistenza di componenti specifiche dell’olio di palma capaci di determinare effetti negativi sulla salute, ma riconduce questi ultimi al suo elevato contenuto di acidi grassi saturi rispetto ad altri grassi alimentari»
Effetti negativi sulla salute, quindi, ce ne sono eccome e sono correlati all’eccesso di grassi saturi di questo olio tropicale. Ma non è tutto!
Il 3 maggio dello scorso anno, pochi mesi dopo il parere dell’ISS, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha segnalato in un suo rapporto un pericolo, soprattutto per le fasce più giovani di popolazione, dovuto alla presenza dicontaminanti cancerogeni e genotossici nell’olio di palma. Per l’Efsa l’olio di palma è, tra tutti i grassi vegetali, quello che contiene maggior numero di contaminanti di processo che si formano durante la fase di raffinazione industriale di questo grasso. Un esempio? Uno dei contaminanti, il 3-MCPD, è presente nell’olio di palma 70 volte di più rispetto che in quello di oliva!

Il principio di precauzione evocato dal consigliere M5S Maggi è quindi più che ben motivato e questa diffida ha l’aspetto di un vero e proprio atto di intimidazione! Specialmente se a fare queste pressioni sono multinazionali del calibro di Nestlè, Unilever o Ferrero, con fatturati da capogiro che assommano a centinaia di miliardi di euro! Parliamo di aziende che utilizzano un prodotto spesso proveniente da luoghi del mondo dove non sono rispettati i diritti umani, si pratica deforestazione selvaggia e si utilizza il lavoro minorile cosi come denunciato da Amnesty international per alcune delle stesse multinazionali appartenenti a questa santa alleanza (nestlè e Unilever).
Bene, queste multinazionali con i fatturati pari al PIL di uno stato si permettono di tentare di sottomettere ai propri interessi industriali la decisione politica di un consiglio regionale espressione della volontà popolare che, una volta tanto, tenta di difendere la salute da un possibile danno privilegiando i prodotti senza olio di palma.
Tutto ciò è intollerabile! Facciamo sentire la nostra voce continuando a preferire prodotti ITALIANI fatti con materie prime italiane che rafforzano le nostre economie, generano posti di lavoro e meglio tutelano il futuro nostro, dei nostri figli e del nostro pianeta.



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