PERFETTI SCONOSCIUTI, Paolo Genovese

PERFETTI SCONOSCIUTI, Paolo Genovese
Essere PERFETTI SCONOSCIUTI e ritrovarsi fra i personaggi del romanzo "I colori dell'autunno" di Annamaria Bortolan...


Questa volta Eloisa Fiore ha fatto una sorpresa a suo marito, lo psichiatra David Morone. Con la scusa dello shopping con le amiche è tornata a casa col dvd del film "Perfetti sconosciuti" di Paolo Genovese, vincitore di due premi David di Donatello per il miglior film e la miglior sceneggiatura. Seduta sul divanetto da cui si scorge il lago, mano nella mano con David, si è goduta questo capolavoro fino all'ultima scena. Non è stato difficile per loro immedesimarsi, divertirsi e lasciarsi toccare l'anima da quella storia, da quella stessa solitudine che si respira soprattutto nella seconda parte del film, solitudine di cui in fondo siamo tutti partecipi, tutti noi un po' come Lele, Bianca, Peppe, Eva. E d'altra parte, se anche Eloisa e David fossero entrati nella storia creata da Paolo Genovese, se fossero stati ospiti in casa di Eva, psicoanalista come Morone, e se il cellulare di David avesse iniziato a squillare come quello dei protagonisti del film, cosa sarebbe successo? Eva aveva proposto un gioco, quasi un gioco al massacro in realtà, in cui si sarebbero dovuti condividere gli sms e le chiamate arrivati durante la cena sui telefonini dei commensali, mostrando a tutti il proprio lato privato. E così facendo, quanti scheletri dalle ossa aguzze sarebbero usciti dagli armadi, in una danza scabrosa che avrebbe potuto compromettere anche le relazioni all'apparenza più solide, quelle in cui ci si conosce da una vita? Dietro quel tavolo, apparecchiato per otto persone ma realmente occupato da sette amici, tre coppie e un single, avrebbe potuto esserci lo stesso David o la stessa Eloisa. O uno di noi. Il posto c'è.
Ci sono cose che non possono essere condivise. Ci sono importanti momenti di vita che, raccontati, scadono nella banalità, diventando oggetto di fraintendimento. Ci sono menzogne che affiorano, tradimenti, bugie pronunciate a se stessi, prima ancora che agli altri, meschinità, amori, profondità e superficialità che vanno a increspare le ore di una notte d'autunno, una notte in cui un'eclissi di luna è lì a ricordarci che in ogni essere umano c'è un lato oscuro che affiora talvolta, per essere poi illuminato nuovamente dalle abitudini stereotipate, piccole ipocrisie che però proteggono. "Se vuoi bene a una persona, la proteggi", dice Peppe, interpretato da Giuseppe Battiston. E per lui, gay, l'occultamento sarà lo stile di vita a cui una società insensibile ai problemi e alla diversità altrui lo condanna. 
Bello, questo film. Piacevole ma anche toccante. David è ancora seduto sul divano e abbraccia Eloisa. Rivedranno "Perfetti sconosciuti" fra qualche sera, magari inviteranno a cena Madison, Gianluca, Virginia, Martina, Maurizio e qualche altro personaggio del romanzo da cui ogni tanto escono per recensire libri o film. Ma di certo in quell'occasione gli invitati lasceranno a casa il cellulare. 
 (Film a 5 cuori: ottimo) 
Per chi avesse qualche dubbio, Eloisa e David sono i protagonisti del romanzo "I colori dell'autunno" di Annamaria Bortolan, disponibile in ebook in tutti i più importanti store, e non esistono nella realtà. Ma Paolo Genovese e il suo film sì.

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