L’Italia che si ribella all’accoglienza


Su 8 mila Comuni ben 5.500 hanno deciso di chiudere le porte. L’emergenza gravita così su 2500 centri dove la quota di ripartizione è salita a 3 profughi ogni 1000 abitanti. L’Anci: il Viminale intervenga
Un momento della «Marcia dei doveri» promossa dal sindaco di Pordenone contro i migranti (foto di Lorenzo Padovan)
Pubblicato il 18/07/2017
GRAZIA LONGO ROMA
La fotografia è spietata: su 8 mila Comuni, 5500 non hanno aderito alla possibilità di accogliere migranti, per gli altri 2500 la quota di ripartizione è salita da 2,5 a 3 extracomunitari per ogni mille abitanti. Ma poiché è su questi 2500 centri che gravita l’emergenza - si sta per raggiungere la cifra di 200 mila sbarchi - la tensione è alle stelle perché i numeri superano il confine della quota fissata. «Ci rendiamo conto delle difficoltà, ma il Viminale deve rispettare le regole - afferma il delegato immigrazione Anci, Matteo Biffoni, sindaco di Prato - altrimenti la situazione diventa esplosiva. Occorre affidarsi l’un l’altro e se salta l’impianto diventa difficile andare avanti. Fondamentale poi è che il governo prosegua la sfida verso l’Unione europea. La sua assenza è una vergogna incredibile e il nostro Paese deve continuare a insistere per ottenere un aiuto concreto». Dal Viminale, intanto, ribadiscono la necessità di «un’accoglienza diffusa», mentre non c’è nessuna apertura all’ipotesi di dichiarare lo «stato d’emergenza». Prioritario invece il controllo delle frontiere in Libia. Il ministro dell’Interno Marco Minniti ne discuterà, lunedì prossimo a Tunisi, con rappresentanti dei governi di Francia, Germania, Svizzera e Austria, alla presenza del presidente libico riconosciuto dall’Onu Al-Sarraj e delegati di Ciad e Niger. ... continua su: http://www.lastampa.it/2017/07/18/italia/cronache/litalia-che-si-ribella-allaccoglienza-CUODRkvNb42TUPQEyLO3cN/pagina.html

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