La lenta ma inesorabile morte della Superba e la totale inutilità del Terzo Valico
di Andrea Guenna
Sapete perché
il Terzo Valico è inutile? Primo perché non è ben chiaro se servirà per il
trasporto merci (Tac) o per il trasporto viaggiatori (Tav) ad alta velocità;
secondo perché alla fumosità del progetto si aggiunge il fatto che, se servisse
al trasporto merci, sarebbe un trasporto magro in quanto la struttura che
dovrebbe rifornirlo è il porto di Genova (nella foto web), un porto superato
che sta morendo lentamente avendo lasciato il primato al porto di Trieste
(vedere tabella). E muore perché il pescaggio (cioè la profondità del mare) è
al massimo di circa 18 metri, mentre le navi mercantili, oggi, superano quasi
tutte i 20 metri di altezza e, a Genova, non riescono a entrare nel porto per
cui vanno da un’altra parte. Prima del Terzo Valico, c’era da fare una banchina
lunga oltre cinque di chilometri, come
hanno fatto a Rotterdam (nella piantina di Google Earth a destra), per
consentire alle navi di attraccare dove non toccano (a Rotterdam la banchina
circolare dista circa 9 chilometri dalla riva).
Ma Genova sta calando anche perché i genovesi (e lo dice uno che a
Genova c’è nato come me) non hanno saputo cogliere l’opportunità della maggiore
velocità degli scambi lasciando il porto, che un tempo (cinquant’anni fa) era
il più importante del Mediterraneo, al suo destino senza fare investimenti per
renderlo competitivo. Cosa che hanno fatto le altre città portuali europee,
Rotterdam su tutte, cosa che, in parte, sta
facendo la città di Trieste.
Proprio a Trieste da appena una settimana
le deroghe sulle tasse riguarderanno anche la produzione, per cui le imprese
potranno realizzare i loro stabilimenti nell’area esentasse, realizzare i loro
prodotti ed esportarli anche fuori dall’Unione Europea senza mai versare un
centesimo al Fisco italiano. Per il fatto che ora le agevolazioni non
riguarderanno solo i passaggi delle merci ma anche la realizzazione di prodotti
con pezzi provenienti dall’estero, sfruttando il distripark si aprono vasti
scenari di crescita anche perché le imprese straniere potrebbero scegliere di
fare nuovi investimento in Italia. A Trieste e non a Genova però dove il
distripark c’è ma non funziona bene, in quanto il porto non funziona bene,
mentre a Trieste funziona tutto benissimo. Oltre al transito delle merci Ue, ci
sono vantaggi anche nel resto del transito grazie alla possibilità di far
circolare le merci terze, cioè non Ue come quelle provenienti dalla Cina, che
diversamente avrebbero dovuto assolvere agli oneri normalmente previsti per il
loro inoltro da un punto all’altro della Comunità (dazi doganali, iva, accise
ed altri oneri). Questo per quanto riguarda le merci pronte, mentre per quelle
in distripark, la cosa è ancora più semplice perché i beni sono prodotti in
territorio Ue con tutti i vantaggi del caso. Continua a leggere…….
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