Allevamenti intensivi, 70 veterinari chiedono un cambiamento

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Il cerchio si fa sempre più stretto intorno al tema degli allevamenti intensivi. 70 veterinari europei hanno di recente firmato una lettera in cui chiedono di alleviare la sofferenza degli animali negli allevamenti e nei macelli. I veterinari denunciano come il loro lavoro sia sempre meno concentrato sul garantire il benessere degli animali e sempre di più sul renderli maggiormente produttivi e a basso costo.
In questi allevamenti le condizioni in cui vivono gli animali sono intollerabili: sovraffollamento, alti livelli di stress e violenza e condizioni igienico sanitarie vergognose. Animali che vivono e mangiano in mezzo ai propri escrementi, condizioni che inducono a veri atti di cannibalismo. Tutto ciò è inaccettabile.

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Le condizioni di vita degli animali sono talmente precarie da obbligare il continuo ricorso agli antibiotici. Si stima che oltre il 70 per cento di quelli venduti serva agli allevatori per fronteggiare le numerose malattie che colpiscono gli animali, contribuendo al pericoloso fenomeno della resistenza antibiotica. Le stime parlano di 5000-7000 morti l’anno solo in Italia (15 al giorno) e si stima che nel 2050 i morti da antibiotico resistenza saranno 10 milioni.
L’Italia non ha ancora un Piano Nazionale contro l’antibitiotico resistenza nonostante i vani proclami della Ministra Lorenzin promettano la sua imminente approvazione. A gennaio è stata approvata la mozione 1-01463, a prima firma Mantero, con la quale il Governo si è impegnato ad adottare varie iniziative volte a contrastare il preoccupante fenomeno dell’anti microbio resistenza.
Foto: Essere Animali







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