L'INDIFFERENZA, di Silvia De Angelis

L'INDIFFERENZA, di Silvia De Angelis


Mai, come in questo periodo, le persone hanno dimostrato, nei loro ricorrenti atteggiamenti, un tasso di indifferenza così elevato.
Probabilmente la cosa è da attribuirsi anche agli eventi, fortemente negativi, che la televisione ci propone giornalmente, mettendo in condizione la nostra mente, quasi di estraniarsi dagli eventi,
di qualsiasi tipo essi siano, che gravitino intorno a lei, per evitare danni maggiori.
In altri casi l’indifferenza totale è dovuta alla stanchezza della vita, colma di progressivi colpi e contraccolpi, che riducono quello stato particolare di ansia, generante un interesse particolare
per un evento.
Insomma siamo diventati una popolazione di indifferenti, sconosciuti e diffidenti, perché la società in cui viviamo, è densa di malessere interiore, che si rispecchia, senza rimedio, sulla nostra delicata
psiche.
Non è facile cercare di essere sempre ottimisti, e fare dei programmi a lungo termine per il futuro, perché la vita riserva sempre delle sorprese, che sebbene siano risolvibili, presentano sempre un costo
dal punto di vista emotivo.
Diciamo che l’indifferenza, forse, è utile, in una situazione di litigi o di rancore, per non peggiorare i toni drammatici della discussione, e lasciar passare del tempo perché questo aiuti a riflettere e a
trovare delle soluzioni bonarie, alla problematica che si è presentata.
Personalmente sono diventata un po’  indifferente, perché così vivo meglio, infatti il troppo stress per gli eventi quotidiani mi impediva di vederne i lati positivi, che, in realtà, ci sono sempre.
@Silvia De Angelis

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