Osservazioni assurde 12 (di Davide Morelli)

 




Non avendo il genio per aggiornare e riscrivere  la Divina Commedia si accontentava di descrivere un piccolo purgatorio in  petits poèmes en prose,  un piccolo campione di umanità un poco realistico, non necessariamente  reale, ed un poco fittizio, sperando che fosse rappresentativo.



Passa uno a piedi, che viene sorpassato da uno in bicicletta, che viene superato da uno col monopattino, che viene sorpassato da uno col motorino, che viene superato da uno col motore, che viene sorpassato da uno con la macchina, mentre uno in aereo si gusta tutta la scena e se la ride.



Aveva i talloni delicati e quando si comprava delle scarpe nuove se li rovinava. Sanguinavano. Aveva delle sciupature che lo infastidivano. Per andare sul lavoro si metteva scarpe vecchie e cerotti. Nel tempo libero andava al bar in ciabatte e per questa ragione lo consideravano un disadattato coloro che non lo conoscevano bene. In realtà era un disadattato ma per tutta una serie di altri motivi, non per quelli che pensavano loro. 




Niente li poteva ripagare dell'ebbrezza di andare contromano in bicicletta per le vie del centro fino a quando non vennero messi sotto da un camionista distratto che aveva fretta.



Guardò fuori la sua bella macchina, che stava pagando a rate. Passava un suo vecchio conoscente. Non erano rimasti in buoni rapporti. Forse gli avrebbe rigato la macchina. Poi si rassicurò pensando che, per quello che lo conosceva, era un tipo che non era mai andato fuori di testa, non aveva mai dato di matto. Però per qualcuno sfregiare una macchina era solo un  piccolo dispetto. Lui osservava ansioso dalla finestra, sperando di non essere visto a sua volta. Quando quel tale girò l'angolo e scomparì tirò un sospiro di sollievo.




Non si può difendere a spada tratta certe attività,  nocive all'umanità,  tirando in ballo il fatto che qualcuno ci campa. Infatti i nazisti campavano con i lager e gli stalinisti con i gulag. Quanto poi a criticare si può criticare qualsiasi attività economica. Si è tutti in diritto di farlo.




La democrazia consiste anche nel rispettare totalmente le minoranze ma nel non fare in modo che esse prendano il sopravvento e governino.  Questo non è assolutamente permesso. 




Pensò che forse era nato per sparpagliare e disseminate idee, parole, simboli per il mondo, per far conoscere il suo piccolo mondo agli altri. Ma poi si mise l'animo in pace perché questo era un obiettivo comune per tutti.  Gli altri erano indifferenti. Gli altri si disinteressavano alle sue parole e alla sua vita. Non c'era neanche da sperare nei posteri. Ed era un bene l'oblio.




Nessun sacrificio è necessario. Nessuno si senta legittimato a sacrificare qualcuno;  nemmeno sé stessi si può sacrificare in nome di Dio di chissà quale altro ideale. La storia di Isacco poi è solo una parabola, che non va presa in senso letterale. Dovremmo tutti  prenderne saggiamente le distanze perché Dio non può chiedere il sacrificio di un bene così grande per un uomo.




La sua ironia era un'arma impugnata contro le avversità,  era un modo per ringraziare Dio dei momenti di grazia che gli aveva dato.




A volte pensava che tutta la letteratura si potesse riassumere in qualche battuta o poco più, a patto che fossero battute di spirito originali e non delle frasi fatte e di circostanza. 



Aveva aspettato un anno di lavoro per essere lì ubriaco al tavolino all'aperto di un bar, baciato dal sole estivo in una città lontana. Parlava con una amica di vecchia data liberamente di vita, morte, amori e conoscenze in comune. Era un pomeriggio assolato da incorniciare nella memoria. Si sentiva finalmente libero e liberato da ogni peso.



Forse la sua vita aveva come unico senso l'aver salvato quella persona, che si era rivelata ingrata. Ma non sapeva che salvando essa aveva salvato anche lui stesso e tutta l'umanità. 



A volte gli veniva da scrivere certe frasi enigmatiche che nemmeno lui stesso capiva e allora le lasciava lì quasi a fermentare. Cercava di chiudere i pensieri nei giorni successivi a certi suoi scritti. Ogni cosa, lui stesso, chi gli stava attorno, la vita stessa erano degli enigmi senza risposta e lui non voleva ancora farsene una ragione.




Dicevano agli altri che bisognava pensare alle guerre nel mondo e alla fame nel mondo. Dicevano agli altri che erano troppo esistenziali e filosofeggiavano troppo. Invece loro filosofeggiavano alla perfezione sulle guerre e sulla fame nel mondo.



Il critico d'arte dichiarava con umiltà che la più insignificante delle vite umane valeva molto più di un grande capolavoro, ma nella realtà dei fatti il suo comportamento ad onor del vero smentiva sempre questa sua affermazione.




Non capiva né sé stesso, né le cose,  né gli uomini, né Dio e continuava a vivere senza capire. Ma era meglio così piuttosto che capire tutto senza vivere. Si diceva tra sé e sé che forse non siamo fatti per capire, ritenendo che anche gli altri fossero nella sua medesima situazione. 









Ogni volta che vedeva sorpassare qualcuno su una strada normale in prossimità del distributore andava su tutte le furie perché qualcuno che aveva appena fatto benzina poteva uscire, come era successo molti anni fa a dei suoi parenti, che erano morti nello scontro.




Il fedele chiedeva al prete i paradossi nelle Sacre Scritture, che a sua volta cambiava discorso e rivelava al fedele i paradossi nella logica e nella vita.




Ogni volta aggeggiava al telefonino senza sapere cosa stesse facendo. Quando risultava al cinema, quando non sentiva perché l'aveva messo in modalità silenziosa. Ma si offendeva se qualche familiare le diceva di comprare un telefonino più semplice da usare. 




Preferiva avere un lagotto da compagnia soltanto che portarlo a fare tartufi, visto che nel bosco era in atto una guerra tra tartufai e alcuni delinquenti mettevano delle polpette avvelenate. 




Quando era a corto di idee si recava subito a perlustrare i bassifondi della grande città, dove trovava molti più pericoli ma anche molta più umanità che non tra le persone cosiddette normali.



Nessuno sapeva da dove veniva quella creatività. Alcuni dicevano fosse di origine divina, altri demoniaca. In realtà era solo una persona metodica che si teneva sempre in allenamento con degli esercizi di stile.



Prima aveva un certo non so che ai denti, che il giorno dopo si trasformava in uggia, che due giorni dopo diventava tormento, che tre giorni dopo diventava dolore, che quattro giorni dopo lo portava senza preavviso di urgenza dal dentista, che troppo impegnato gli diceva di pazientare un poco e poi pazientemente lo curava. 




Un carabiniere gli aveva detto che se dava troppo da bere alle persone lo avrebbe ritenuto responsabile almeno moralmente se queste avessero fatto un incidente. Lui aveva impresso nella mente queste parole e non si approfittava mai di coloro che alzavano il gomito, che iniziavano magari a bere nel suo locale e finivano per ubriacarsi in altri pub. Ma lui non si sentiva responsabile e non lo era. Insomma questione di coscienza!




Nella vita si sa sempre quello che si cerca e mai quello che si trova. 




L'effetto novità dura poco nel commercio. C'è sempre la concorrenza che può imitare e superare. Spesso un commerciante non può certo appellarsi al diritto d'autore.  La cosa migliore che un commerciante non è fare o vendere una cosa che altri non hanno, ma vendere una cosa migliore e/o a prezzo più economico. Certo l'apice sarebbe avere innovazione, qualità,  prezzo economico, ma realisticamente parlando è quasi impossibile.



Dicevano che Tizio non era un genio ed era un eufemismo per non dire che era un coglione.  In realtà lo sottovalutavano.  Dicevano che Caio era un genio, ma anche esso era un eufemismo: questa volta una esagerazione. È molto difficile essere obiettivi senza sottostimare o sovrastimare. In realtà davvero pochi sono i  geni e moltissimi siamo coglioni: lo dimostra la vita grama che facciamo e come dal mondo ci siamo lasciati prendere in giro. Ma non deprimetevi. Spesso anche i geni si fanno prendere in giro. Accade anche a loro e non necessariamente da persone in gamba.




Era una cosa molto strana come si riconosceva o meno l'intellettualità di una persona in Italia. Bastava essere di sinistra, leggere dieci libri e si era ufficialmente degli intellettuali organici. Se invece si era liberali o di destra si andava incontro a incomprensioni, soprattutto in ambito letterario.







Ci sono sostanzialmente quattro tipi di persone nel mondo: chi vuole vivere la vita, chi vuole cambiare il mondo, chi vuole capire, chi vuole lasciare una traccia di sé nel mondo. Ma spesso le cose si mischiano, la questione si complica  e ne scaturiscono nuove sottocategorie di persone. In verità c'è anche un quinto tipo di persone.  Ci sono anche coloro che non sanno cosa vogliono e restano indecisi per tutta la vita sulla soglia. 



Con il fatto che l'imprenditore creava posti di lavoro si passava sopra su ogni sua malefatta e lui continuava a non riconoscere l'importanza dei suoi lavoratori. I lavoratori possono sempre autogestirsi o fondare una cooperativa. Gli imprenditori non possono compiere l'intero ciclo produttivo senza dipendenti. Non bisogna essere marxisti per capirlo ma alcuni imprenditori non consideravano minimamente questo aspetto e si ritenevano  necessari, riempiendosi la bocca con parole come imprenditorialità e capacità manageriali, che spesso non avevano e proprio per questo motivo si affidavano a fior di commercialisti, avvocati, consulenti di vario tipo. 




Storie da reality...lei urlava ad un tipo che era un Buscetta, mentre un altro partecipante che non aveva capito il senso dell'epiteto diceva che non voleva mettersi contro di lei perché era troppo intelligente e aveva troppa cultura.



Avevano comprato il cane a Reggio Emilia.  Si trattava di un bracco ungherese. Erano rimasti d'accordo che gli avrebbero inviato una lettera in cui lo avrebbero descritto dopo un anno. Descrissero alla buona il loro bracco e poi scartabellando scoprirono che l'allevatore essendo un giudice di gara descriveva anatomicamente, morfologicamente,  quasi scientificamente i cani, mentre  loro ne conoscevano pochi di quei termini appropriati. Ora quel signore probabilmente era morto.



Lotta Continua o lobby continua?




Era un dipendente della biblioteca comunale. Amava mangiare i panini con la frittata sempre al solito bar, che faceva angolo con il corso. Fumava molto e beveva così poco che gli vennero i calcoli renali. Poi morì di tumore. Aveva una barba incolta e i capelli lunghi. Lasciò una figlia che nessuno di noi conosceva perché lui abitava in un'altra città. In moltissimi libri ha lasciato la sua pelle e i suoi respiri, ha lasciato il prestito interbibliotecario molto efficiente,  ha lasciato un ricordo ancora vivo in molti. Noi lasceremo molto meno, ma non rimpiangeremo mai ciò. È stata una nostra precisa volontà. 



Disse per non lasciare troppi pensieri, troppe incombenze, troppe spese ai suoi figli che voleva essere cremato. I figli annuirono,  ma al momento opportuno non rispettarono le sue volontà e decisero diversamente.



Tutto sembrava procedere normalmente. Nessuna novità e perciò nessuna cattiva notizia. Era pura e semplice ordinaria amministrazione. Eppure in cuor suo presagiva di essere prossimo al tracollo.




Metà della sua liquidazione era andata in fumo per via di una svalutazione delle azioni della banca. Non sapeva a chi dare la colpa. Era causa di forza maggiore. Non dipendeva dagli amministratori e suo marito era anche un consigliere della banca.



Di fronte ad un caffè ad un tavolino del bar avevano parlato del loro patrimonio. Avevano parlato delle cause legali vinte ma che erano state delle vittorie di Pirro. Dopo mezza ora si erano alzati, avevano pagato il conto e si erano avviati verso casa. Non sapeva neanche perché a distanza di anni ricordava quel comunissimo pomeriggio estivo. La memoria sarà pure selettiva, ma talvolta sceglie di registrare i fatti anche in modo  casuale.




Esistono persone che si complicano la vita, ma persone che la rendono effettivamente più semplice di quello che è non le ho mai conosciute. 




Ci sono persone che hanno una vita facile, liscia, ma sono degli stupidi se non si accorgono della fortuna che hanno e delle asperità nelle vite altrui. E poi che vita è una vita così facile che non ti mette mai alla prova? Può voler dire che sei un prediletto da Dio oppure forse che Dio non vuole avere a che fare con te.







Si umanizza gli animali, si umanizza i più disumani, si umanizza perfino Dio. D'altronde siamo umani e viene spontaneo umanizzare. Anzi c'è da preoccuparsi quando questo non avviene. Significa in quei casi sporadici che allora ci siamo dimenticati della nostra umanità. 




Le cose non sono così complesse come chi le complica, né sono così semplici come coloro che le banalizzano. Nessuno trova mai la misura giusta delle cose. Non è cosa umana. 




Nessuno sa veramente per quale motivo si trova in questo mondo e cosa deve fare. Eppure nonostante tutti i dubbi, le perplessità,  gli interrogativi bisogna saper scegliere ignorantemente, dimostrare sicurezza e poi dichiarare a distanza di anni per essere considerati coerenti che avremmo fatto tutto nello stesso modo se avessimo potuto tornare indietro e che non abbiamo alcun rimpianto. Per tutto questo dobbiamo tener presente l'ironia della sorte e bisogna avere compassione di noi stessi.




Diceva all'amico che le cose che scriveva contenevano piccole grandi verità.  In realtà aveva solo letto qualcosa molto distrattamente delle sue cose, disprezzandole, e si imparava invece a mente le frasi di certi influencer, che poi condivideva sui suoi social. Quando l'amico morì trovò qualcun altro con cui andare a cena il venerdì. L'amico morto non sarebbe mancato a nessuno.







Quando si mente bisogna avere ottima memoria, bisogna avere fortuna e bisogna confidare nella distrazione, nella smemoratezza altrui. Chi mente finisce sempre per rischiare troppo, per avere una alta concezione di sé e una bassa considerazione degli altri. Ma ci sono anche bugiardi scusabili che mentono per necessità. 




Era solo. Erano morti i suoi genitori. Non gli restavano una sorella in tutte altre faccende affaccendata, un amico troppo impegnato familiarmente e lavorativamente,  dei parenti lontani. Non avrebbe avuto posteri e naturalmente era meglio così.




Chi ti dice che nella vita non si può mai sapere di chi si può avere bisogno pensa spesso che tu sia un incapace, pensa  erroneamente di essere indispensabile per te e vuole sottintendere che non ti darà mai il minimo aiuto in caso di necessità. Di solito è così. In ogni caso è necessario non frequentare persone del genere ed allontanarle. 




Quando si dice di dover fermare il disastro ambientale alcuni dicono che così facendo si perderebbe posti di lavoro. La perdita di posti di lavoro però non viene contemplata quando si tratta dell'arricchimento di pochi. L'importante è mantenere lo status quo, difendere le posizioni, i privilegi acquisiti ed il nuovo in questo senso fa sempre paura.




Lo psichiatra fingeva professionalità,  riservatezza, serietà.  Poi una volta libero dai pazienti andava a raccontare tutto nei minimi dettagli alla moglie, ai familiari, agli amici. Si riteneva normale e rideva dei casi clinici. Si scordava che un professionista della psiche dovrebbe prima di tutto essere terapeuta di sé stesso. Era davvero lui il più pazzo dei suoi pazienti.




Pensò che alcune persone basavano la loro vita su falsi ricordi e si chiese se gli fosse mai successo o se avesse mai conosciuto di persona individui con questa caratteristica. 



I pensieri più originali spuntavano fuori agli orari più impensabili e nei luoghi più disparati. Quando cercava di scrivere un pensiero creativo  ecco allora che sfuggiva. 




Quando andava a cena al ristorante sembrava che facesse un favore agli amici e nell'attesa del piatto usava il telefonino, guardando video porno. Tutto ciò naturalmente è ispirato a molte storie vere. È quasi la quotidianità al giorno di oggi.




Chi non guarda negli occhi il suo interlocutore è uno che non dice la verità,  uno timido o in quel determinato frangente in imbarazzo. 



Vessato sul lavoro, incompreso da amici e familiari, aveva come unica gratificazione i like e i cuoricini sui social.




Era la fine del giorno. Due uomini conversavano su una collina. Uno chiese: "hai cercato, cercato e cosa hai trovato?". La sua risposta fu: "niente". E allora gli disse che non c'era niente da cercare.  Allora l'uomo controbattè: "vivere è cercare. Morire è trovare". Il sole era tramontato. Il giorno era finito.





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