BLOG - IL LIMITE PEGGIORE - DI PAOLA CINGOLANI



Nessuno sta con gli altri per sentirsi trattare come lo scemo del villaggio.
Pochi, invece, hanno l'onestà di domandare, là dove sorgono dei dubbi: per amore di chiarezza.

[Aggiungo che, per me, preferisco una disarmante onestà piuttosto che una bugia o la scelta ipocrita del non detto: l'intelligenza altrui non la si deve mortificare mai, non è giustificabile né scusabile.]

Il dubbio paga oramai sempre meno, e capire costa una fatica cui spesso si vuol rinunciare. Ma la conoscenza non si patteggia.”
(Massimo Arcangeli)

Ecco, la conoscenza non si patteggia, tanto che ho capito ed osservato, ma il dubbio - per quanto triste - è un tarlo che non mi deve neanche sfiorare.
Se poi diviene lampante perché non rinuncio a pormi domande, sono coraggiosa e - a costo d'essere impopolare - resto intellettualmente onesta, probabilmente si capisce quanto scarseggi un certo valore.

Il guaio di alcuni è quello di leggersi in chiave troppo intelligente: è quella la limitazione maggiore. Costoro non capiranno mai.
Non vedendo le loro limitazioni neanche cercheranno di vincerle.
Meglio diranno cose illogiche, ma non saranno in grado di sacrificarsi: millanteranno scuse destinate a fare il paio solo col nulla.

Ho ragionato esattamente così, sono stati giorni difficili questi ultimi, mi è dispiaciuto e mi sono chiesta tante, troppe cose.
Non credo d'aver sbagliato, la vita la si ama nella misura in cui si è disposti a sacrificarsi, ad offrire opportunità, a perdonare.
Adesso però, c'è una sola persona che merita il mio perdono.
Quella persona sono io: sovraccarica di responsabilità altrui, ammetto che non posso - né voglio - umanamente risolverle. Non c'è stata affatto buona fede.






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