CORRADO GOVONI, LA SIESTA DEL MICIO

CORRADO GOVONI, LA SIESTA DEL MICIO


Corrado Govoni. 

CORRADO  GOVONI, LA  SIESTA  DEL  MICIO
è il primo Govoni (1884-1965), quello crepuscolare, il quale descrive una realtà umile e quotidiana di un pomeriggio estivo , con l'afa soffocante.  Piccole cose, che provocano nel poeta delle sensazioni, che traduce in immagini. Come spesso in Govoni, è una poesia visiva, composta sfruttando il meccanismo dell'elenco. Alcune immagini sono delle analogie (metafore forti, con collegamenti insoliti e inattesi),  piene di colori. Le poesie di Govoni sono ricche di colori, espliciti o sottintesi: è il loro fascino.

LA  SIESTA  DEL  MICIO
E’ sereno. Ogni cosa
sembra velata di fatica.
Il pomeriggio è in panna
su l’antica Certosa.

Nel marciapiede suonano i miei passi.
Si pensa quasi che l’azzurro crepiti.
Dei pugnali di sole tiepidi
feriscono il cuore dei tassi.

Sopra un tetto s’illuminan dei coppi.
De le finestre sono infiorate.
Il vento pettina le sue chiome arruffate
nei lunghi pettini dei pioppi.

De le campane d’un convento vicino
spennellan l’aria d’una loro festa.
Sul davanzale un bianco micio fa la siesta
a gambe a l’aria come un maialino.               (1903)

La poesia consta di quattro quartine, a rima incrociata: ABBA, CDDC, EFFE, GHHG.  Nella seconda strofa DD sono una quasi rima assonanzata; ma i fonemi t e d sono dentali, sorda e sonora).  I versi sono prevelentemente endecasillabi, con altri più brevi, dal novenario al ternario.

 Si tratta di un elenco:   il poeta cammina sotto l'afa e guarda le cose che lo circondano, prevale la paratassi (frasi brevi, coordinate), che dona immediatezza di scrittura e facilità di lettura.  Il ritmo è lento,  per rendere la calma;  usa anche alcuni enjambement (quando la frase non finisce nel verso ma prosegue in quello successivo)  volutamente, per pausa o rallentare la lettura.  Già l'incipit:  il primo verso, un settenario, è spezzato ma prosegue con lo stacco del soggetto dal verbo;  l'antica / Certosa separa l'aggettivo qualificativo dal sostantivo che resta isolato.  Altro enjambement troviamo ai vv. 7/8, forte perché stacca il soggetto dal verbo; ancora ai vv. 13/14 e nel finale (enjambement debole in quanto stacca solo il complemento di modo).  La poesia è un cerchio perché il titolo e l'explicit (il finale) coincidono.  Nella poesia moderna il titolo spesso fa corpo col testo.
-  velata di fatica:  l'afa pesante:  analogia.
-  in panna: fermo  ; analogia, l'aggettivo non appartiene al campo semanrico del pomeriggio.
-  Certosa, chiesa, antca dei certosini.
- l'azzurro crepiti; il cielo (metonimia: il colore al posto dell'oggetto); crepiti: l'aria secca pare provocare un crepitio ai passi del poeta (analogia fortissima, in quanto la spiegazione richiede una serie di passaggi per ricostruire la similitudine originaria: come la legna verde crepita nel focolare così i passi del poeta risuonano nell'aria resa pesante dall'afa).
-  pugnali di sole: i raggi che feriscono (Il" trafitto da un raggio di sole"   di Quasimodo verrà 30 anni dopo):  altra analogia forte per la violenza del sostantivo, con spostamenro del campo semantico dalle armi all'astronomia.
-  tassi: alberi delle conifere.
-  coppi: mattoni curvi, tegole.
-  vento e pioppi: il vento agisce come un pettine  (analogia).
- la campane spennellano l'aria: il movimento avanti/indietro delle campane somiglia al movimento del pennello di un pittore macchiaiolo o impressionista;   analogia davvero originale, straordinaria perché visionaria,
-  il micio (gattino) bianco solleva la pancia rosa come quella di un maialino :  similitudine (paragone composro di due frasi collegate).
Ho contato almeno 11 immagini, trovate dallo sguardo del poeta, una festa di colori in quasi ciascun verso; alcune sinestesie  (figure retoriche che accostamo parole appartenenti a organi di senso diversi:  v.5 udito/tatto;  v.6: vista/udito;  vv. 13/14: udito/vista).
L'immagine finale vale da sola tutta la poesia: unisce il gesto concreto del gattino al sentimento di affetto che esso suscita nel poeta e nel lettore.
                                                                                   elvio bombonato
Il commento è tutto mio; solo qualche spunto dalle antologie di Simona Costa (che scambia l'albero tasso per l'animale omonimo !) e di Maria Luisa Alltieri Biagi.
foto Corrado Govoni : https://erprofessor.wordpress.com


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